L’ampia chiesa di Madonna del popolo di Villafranca non è riuscita ad accogliere tutte le persone arrivate ieri per il funerale di don Giuseppe Suman. Il bene dispensato agli altri è tornato indietro tutto in quella chiesa, ieri, a testimonianza del segno lasciato nei suoi 65 anni di vita trascorsi da uomo, prete e cristiano: tre nature fuse insieme in lui «mai conflittuali che si sono integrate arricchendosi», ha ricordato don Ronconi sottolineando la passione di don Giuseppe per le persone, perché si sentissero a loro agio, comprese, al centro dell’ attenzione.
«E si accostava alle persone sorridente», seppur con quel fardello che da 40 anni portava con sé: l’epatite contratta dopo una trasfusione in seguito a un incidente stradale, il trapianto di fegato e le pesanti conseguenze. «Fino alla fine ha seguito la sua spiritualità, ha voluto restare nella sua parrocchia con don Luigi Sartori, insieme a lui da 17 anni che lo ha sostenuto, incoraggiato e al quale va la nostra riconoscenza». Sartori è stato coparroco con don Suman anche negli 11 anni a Malcesine e Cassone, prima dei sei alla Madonna del popolo.