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Villafranca

Anna, il tumore, il diario sul web. «Non chiamatemi guerriera, la mia non è una lotta: io parlo di vita»

di Fabio Tomelleri
Ha 40 anni e aveva sconfitto il cancro al seno sette anni fa. Ora è tornato. La solidarietà della sua famiglia e dei datori di lavoro
Anna Bellini al computer. Da quando il tumore è tornato, affida i suoi pensieri al web (foto Pecora)
Anna Bellini al computer. Da quando il tumore è tornato, affida i suoi pensieri al web (foto Pecora)
Anna Bellini al computer. Da quando il tumore è tornato, affida i suoi pensieri al web (foto Pecora)
Anna Bellini al computer. Da quando il tumore è tornato, affida i suoi pensieri al web (foto Pecora)

 «Non chiamatemi guerriera, solo Anna». È Anna Bellini, 40 anni, impiegata amministrativa di Alpo, che, dopo sette anni, torna a fare i conti con la malattia, un tumore al seno, da cui i medici l’avevano dichiarata guarita. Non si sente di dover combattere una guerra, «e non si tratta nemmeno di una lotta». «È una patologia con cui so che dovrò convivere per il resto della vita».

Affiancata dalle persone che le vogliono bene: la famiglia; il marito Riccardo Bianchi, operaio di 39 anni di Vigasio, che ha sposato 10 anni fa e i due figli di 10 e 17 anni; e poi amici e colleghi, e i datori di lavoro da subito solidali.

 

Reagire scrivendo

Ma c’è un amico in più. Il suo pc collegato a internet attraverso il quale Bellini si racconta ogni giorno. Affida i suoi punti di arrivo con la malattia e le sue vicissitudini alla pagina Facebook «ioStoconAnna», un diario online che conta oggi oltre 1.500 follower e sul quale è tornata a scrivere quando il carcinoma, a marzo, è riapparso.

«La pagina», spiega, «l’ha attivata per me sette anni fa un’amica, per stimolarmi a reagire in un momento molto delicato della mia esistenza. Avevo 32 anni e il mio secondogenito era nato da qualche anno, l’altro figlio aveva 10 anni. Un nodulo sotto l’ascella si era rivelato alla diagnosi maligno. Mi sottoposero a un intervento chirurgico di cinque ore in cui mi asportarono il seno sinistro e alcuni linfonodi». E poi cicli di chemioterapia, l’intervento di ricostruzione del seno, le cure antiormonali proseguite, assieme ai controlli, per cinque anni. «Nel settembre 2021 sono stata dichiarata guarita dal carcinoma».

 

Un fantasma che ritorna

Per Anna la vita sembrava essere tornata alla normalità. Ma il fantasma è riapparso a marzo scorso. «Ho iniziato a a sentire dolore alle ossa. Ero sempre spossata. Il medico di base per precauzione mi ha prescritto un esame dal quale sono emerse tre metastasi non operabili». È ricominciata la trafila di radio e chemioterapia, e, nel mezzo, un intervento chirurgico preventivo per evitare che il tumore si espanda.

Ma con la trafila terapeutica, Anna è anche tornata alla tastiera del pc affidando i pensieri al web. «Dopo un anno di normalità», scrive il 30 settembre, «eccoci di nuovo qui. Sempre più complicato e duro il percorso. Ma non ho mai mollato, mai ceduto. Perché si parla di vita comunque e nonostante tutto». Anna affida a Facebook parole, immagini e video. Nel frattempo, però, custodisce un atteggiamento positivo. Ma lo fa anche grazie alle persone che le stanno al fianco.

Come il marito e i loro due figli. «Prima di scoprire il ritorno della malattia avevamo programmato un viaggio in Portogallo a giugno. Nonostante il tumore abbiamo deciso di farlo, glielo dovevamo». E poi c’è il sostegno dell’azienda di logistica del Villafranchese dove lo scorso anno è stata assunta. «Avevo lasciato il mio precedente impiego a tempo indeterminato per questa nuova ditta, scegliendo un contratto a sette ore, dalle 6 alle 13, per conciliare lavoro e famiglia. Quando ho fatto presente ai titolari che mi era stato diagnosticato il tumore mi hanno semplicemente detto: guarisci e quando te la senti torna. Ora», prosegue, «sono in azienda dalle 8.30 alle 13, tranne nei giorni di terapia o visita, ma oltre a conservare lo stipendio pieno i proprietari mi hanno assicurato che alla scadenza, a fine mese, il contratto sarà rinnovato. Di aziende così comprensive ce ne sono poche. E colleghe e colleghi mi sono vicinissimi. A maggio c’erano a villa Balladoro, a Povegliano, per organizzarmi coi familiari una festa a sorpresa per i 40 anni. C’era anche il responsabile del personale, persona empatica e di cuore».

«La prima volta che ad Anna è stata diagnosticata la malattia», confessa il marito Riccardo, «la notizia ci ha investito come un treno, ma abbiamo reagito. Alla seconda, lo sconforto è stato più forte, ma non avrà il sopravvento».

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