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Sant'Ambrogio di Valpolicella

Mamma Raffaella muore al mattino, la figlia Rosy la segue poche ore dopo

di Camilla Madinelli
Il doppio lutto della famiglia De Leoni Scarpolini, il cordoglio della comunità, la grande passione per l’Hellas
Rosy e Raffaella, madre e figlie morte a poche ore di distanza
Rosy e Raffaella, madre e figlie morte a poche ore di distanza
Rosy e Raffaella, madre e figlie morte a poche ore di distanza
Rosy e Raffaella, madre e figlie morte a poche ore di distanza

Madre e figlia morte lo stesso giorno, a poche ore di distanza l’una dall’altra. Un doppio, inaspettato e tragico lutto per i familiari, i colleghi di lavoro, gli amici e anche i compaesani.

Un singolare destino che ha unito le due donne per sempre, legandone il ricordo e scioccando la comunità di Sant'Ambrogio di Valpolicella. Rimasta senza parole di fronte alla notizia. E, alla fine, un unico funerale che sarà celebrato oggi, 9 maggio.

La prima ad andarsene, lunedì 6 maggio attorno alle nove del mattino, è stata Raffaella Ziggioni, 86 anni, vedova, di Ponton. Da qualche tempo la sua salute era peggiorata a causa dell’avanzare dell’età e la figlia Rosanna De Leoni, 60 anni, per tutti Rosy Hellas per la smisurata passione gialloblù, se ne era presa cura amorevolmente fino all’ultimo giorno, portandola a vivere con lei e il marito Domenico Scarpolini a Domegliara.

Organizza il funerale della madre e poi muore

Lunedì aveva dovuto dirle addio e aveva pensato a tutto, Rosanna, insieme ai fratelli Aldo e Damiano, al marito, al resto della famiglia, perché il giorno delle esequie della mamma fosse come lei l’avrebbe desiderato. Ma sempre lunedì, nel tardo pomeriggio, la sessantenne ha avuto in casa un malore improvviso e fatale. Il cuore di Rosy ha smesso di battere. E il lutto si è abbattuto una seconda volta nelle famiglie De Leoni e Scarpolini.

Oggi, giovedì 9 maggio, il funerale delle due donne viene celebrato insieme, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Ponton. Una chiesa piccola, nella piccola frazione di Sant’Ambrogio di Valpolicella, che dovrà contenere un dolore grande.

Il ritratto

«Erano tanto legate, mamma e figlia, ma nessuno poteva immaginare una cosa simile», racconta una signora di Domegliara, che conosce bene la famiglia Scarpolini e di riflesso anche Rosanna. «Una famiglia numerosa, unita», continua. «La morte di Rosanna in una simile circostanza ha scioccato l’intero paese e in tanti siamo vicini a Domenico, una bravissima persona».

Incredule e addolorate anche le colleghe di Rosanna, che lavorava come operatrice socio sanitaria all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, nel reparto di Ginecologia e ostetricia. «Stava bene, domenica aveva staccato alle 20», racconta Mara Laiti. «Era sempre sorridente, disponibile e gentile sia con le pazienti che con noi colleghe. Anche nell’ultimo periodo, quando la mamma stava male, era rimasta la Rosy di sempre. Noi eravamo amiche, più che colleghe. Ci accomunava», continua Laiti, «la passione per l’Hellas Verona e Luciano Ligabue, che andavamo a sentire insieme in tutti i concerti. L’ultimo è stato lo scorso ottobre, in Arena, ma stavamo già pensando alle prossime date».

Domenica scorsa il turno pomeridiano in ospedale, sottolinea l’amica, aveva impedito a Rosy di essere tra i tifosi allo stadio Bentegodi nel giorno decisivo, della sfida salvezza con la Fiorentina. «Era abbonata alla Curva Sud e solo il lavoro la poteva tenere lontana», sottolinea. «Anche perché questo grande amore per l’Hellas lo condivideva con il marito e il figlio Alessio, con i quali pure veniva allo stadio».

La fede gialloblù non era un mistero per nessuno, in ospedale a Negrar come tra gli amici di Domegliara o Ponton. «Domenica ci siamo incrociate, lei a fine turno e io all’inizio», continua un’altra collega di lavoro. «L’Hellas aveva vinto e lei era contentissima. Ci siamo salutate come sempre, nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo».

All’indomani mattina la morte della madre di lei, ma per le colleghe quasi nemmeno il tempo di farle le condoglianze che Rosy nel pomeriggio l’aveva già raggiunta. Ora nel cuore, per sempre, il ricordo del suo sorriso contagioso, della sua gentilezza e di quella radiosa, schietta felicità per il suo adorato Hellas.

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