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San Floriano

Studenti incantati da Luca Barisonzi, l'alpino ferito in Afghanistan parla ai giovani

Incontro a San Floriano con l'alpino disabile Luca Barisonzi
Incontro a San Floriano con l'alpino disabile Luca Barisonzi
Incontro scuole San Floriano (Madinelli)

Duecentocinquanta ragazzi delle scuole superiori della Valpolicella, i gruppi alpini della Valpolicella seguiti dal consigliere di zona Paolo Beghini, autorità civili e militari hanno seguito una speciale lezione di vita e coraggio stamattina, martedì 26 marzo, nell’aula magna dell’istituto Stefani-Bentegodi.

Quella dell’alpino disabile Luca Barisonzi, 34 anni, lombardo, su una sedia a rotelle dopo aver subito un attentato 13 anni fa in Afghanistan. Promosso al grado di primo maresciallo e insignito della Croce d’argento al valore dell’esercito, da anni incontra studenti in tutta Italia per fare della sua storia una testimonianza utile alla crescita dei ragazzi. Dimostrando con quello che gli è successo come passione, resilienza e determinazione siano essenziali per raggiugere traguardi e realizzare i propri sogni.

«Rifarei tutto, perché quando mi sono arruolato ero pienamente consapevole dei rischi», racconta Barisonzi. «Oggi vedo quello che mi è successo come un’opportunità: portare un messaggio ai giovani e dimostrare che molte cose le crediamo impossibili solo perché noi le crediamo tali».  

Studenti e insegnanti emozionati

Tutt’orecchi gli alunni delle classi quarte e quinte sia della scuola agraria Stefani-Bentegodi che dell’adiacente istituto Calabrese-Levi, che per due ore hanno ascoltato Barisonzi senza fiatare e che alla fine gli hanno posto alcune domande per saperne di più sulla sua esperienza, sui suoi sogni futuri, sulle scelte. Ma non sono stati i soli a essere emozionati e grati all’alpino, invitato in Valpolicella dai gruppi locali delle penne nere con il coordinamento dell’alpino Nicola Quintarelli della sezione di Marano, in collaborazione con Anna Lisa Tiberio coordinatrice della Rete di Cittadinanza Costituzione e legalità e con il professor Gualtiero Ferrari, direttore di sede dello Stefani-Bentegodi a San Floriano.

In prima fila il questore di Verona, Roberto Massucci, che ha pure parlato ai ragazzi: «Indirizzate bene le vostre energie, e seguite le vostre passioni». Alla prima uscita in pubblico, inoltre, la neo comandante della Compagnia dei carabinieri di Caprino, il capitano Lucrezia Lamodio, prima donna alla guida della compagnia caprinese: «La storia di Luca è la storia di ognuno di noi, che scegliamo un percorso non solo di lavoro ma di vita, ma può riguardare ciascuno di voi».

Hanno preso parte all’incontro, inoltre, i sindaci di San Pietro in Cariano Gerardo Zantedeschi e di Negrar di Valpolicella Roberto Grison, il vice sindaco di Marano Marco Aldrighetti, il presidente di Ana Verona Maurizio Trevisan, i dirigenti scolastici dello Stefani-Bentegodi Francesco Rossignoli e del Calabrese-Levi Stefania Be, il presidente di Valpolicella Benaco Banca Daniele Maroldi.  

La sua storia

Nato a Voghera nel 1990, Barisonzi si arruola volontario nell’esercito italiano nel 2008. Nel 2010, a settembre, parte per la sua prima missione all’estero, in Afghanistan. Ma pochi mesi dopo, il 18 gennaio 2011, accade l’irreparabile in un avamposto di Bala Murghab: un terrorista, camuffato da soldato afghano, gli spara ferendolo all’altezza della clavicola e causandogli una lesione a una vertebra cervicale e a una toracica.

Lunghe cure e il continuo impegno nella riabilitazione consentono al giovane militare di ottenere un sufficiente grado di autonomia e di muoversi in sedia a rotelle. Ma la disabilità non l’ha fermato: ha scalato montagne usando una speciale carrozzina cingolata, pratica il tiro a segno, fa parte del gruppo sportivo paralimpico della Difesa e coltiva il sogno di entrare a far parte della Nazionale paralimpica. 

 

Camilla Madinelli

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