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VAjo Molino Vecchio

Pnemautici, lavatrici e persino uno scooter: gli impensabili rifiuti ritrovati nel vajo

Uno scooter, una lavatrice e uno pneumatico da camion. È quanto ritrovato da un gruppo di speleologi impegnati nella pulizia del Vajo Molino Vecchio, un luogo che è un unicum geomorfologico nella provincia. le operazioni di pulizia del gruppo di volontari, alcuni giunti dal mantovano, sono iniziate la scorsa estate e si concluderanno nei prossimi giorni. Tra i rifiuti ingombranti era stata trovata anche una pesante ruota in ferro, forse parte di un vecchio torchio, ma è scomparsa prima del suo recupero.

 
La profonda gola a pareti verticali e avvicinate di calcare rosso si trova nei pressi di contrada Monspigolo nel territorio del Comune di Negrar di Valpolicella. Tutt’attorno cascatelle e meandri gareggiano nella creazione di un ambiente incantevole.
 
«Purtroppo la sporcizia si trova un po’ ovunque e l’abbandono di rifiuti sembra essere un’abitudine», commenta Glauco Lasagni, esperto nel soccorso alpino e speleologico. «In questo caso sorprende ancora di più, poiché non si tratta di una cavità ma di un canyon ed è evidente che non c’è alcun rispetto per l’ambiente e la natura. Lo scooter era incastrato tra le pareti del vajo ed è stato necessario dividerlo in due pezzi, la gomma da camion si trovava più sopra. Per il loro recupero abbiamo attivato le tecniche utilizzate di norma nel soccorso alpino e speleologico come il contrappeso e il paranco».

 

Pulizia del vajo Molino Vecchio (Cerpelloni)

 
«La visita del Vajo Molino Vecchio non è difficoltosa ed è possibile risalire il torrente con facilità», continua Lasagni, «ma occorre avere un po’ di esperienza. È bene anche contattare chi conosce il posto e farsi consigliare su quale sia la zona migliore da vedere. Non si dimentichi di portare con sé abbigliamento adatto alla permanenza in acqua».
 
«Ho segnalato al Fondo Ambiente Italiano (Fai) questo vajo che ritengo unico nell’intera provincia di Verona», dice Guido Gonzato, geologo. «Il canyon ripercorre un tratto del torrente che più a valle diventa il progno di Negrar. Il luogo è meraviglioso e si presenta particolare dal punto di vista geomorfologico per essere incassato tra pareti di rosso ammonitico stratificato. Per questo motivo, meriterebbe di essere un geosito».
«C’è un aspetto molto serio sulla brutta abitudine di gettare rifiuti», prosegue Gonzato. «Un gesto che diventa ancora più pericoloso se compiuto all’interno di cavità: abbandonare carcasse di animali, motorini e batterie nelle grotte e nei pozzi naturali è un’azione che finisce per inquinare l’acqua che beviamo».

 

 

Marco Cerpelloni

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