Lo Stretto di Messina a nuoto per beneficenza dopo essere stato sottoposto a sette operazioni all’intestino e con una malattia infiammatoria cronica, sempre all’intestino. È l’impresa a cui si sta preparando Daniele Semenzato, 44 anni, di Castelfranco Veneto (Treviso), affetto da rettocolite ulcerosa.
È stato operato all’Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar ed è seguito nel Centro multi-specialistico per le malattie retto intestinali (Ibd Unit), guidato dal dottor Andrea Geccherle. «Mi sto allenando da settimane. La traversata sarà tra fine giugno e primi giorni di luglio del 2024», dice il trevigiano. «Parteciperò a una gara amatoriale organizzata da un’associazione siciliana insieme a una competizione agonistica».
Il messaggio
Nuotando in mare aperto per circa quattro chilometri, Semenzato vuole dimostrare come, anche dopo tante e difficili prove per la sua malattia cronica invalidante, si può recuperare fisicamente e psicologicamente, riprendendo in mano la propria vita. Ma non è tutto. Semenzato vuole anche accendere i riflettori sulle Mici, come vengono abbreviate le malattie infiammatorie croniche intestinali, e sull’associazione Amici onlus che raggruppa, in tutta Italia, pazienti, familiari e medici specialisti, organizza attività, promuove incontri di approfondimento scientifico e terapeutico.
Tant’è che Semenzato ha lanciato sulla piattaforma online Go Found una raccolta fondi sia per coprire le spese per realizzare il suo desidero e per donare risorse ad Amici. Fino al 25 ottobre le donazioni erano di 1.225 euro: l’obiettivo è arrivare a 3mila.
Nostalgia dello sport
«Quando stavo male e non mi reggevo in piedi, una delle cose che più mi mancava era l’attività sportiva», racconta Semenzato. «Ora che sto meglio e voglio dare un segnale di speranza e coraggio a tutte le persone affette da queste malattie croniche, rettocolite come nel mio caso o morbo di Crohn. Desidero anche farle conoscere di più perché non hanno abbastanza visibilità».
Commenta il dottor Geccherle, responsabile dell’Ibd Unit dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria: «Daniele è tra i pazienti più attivi a livello associazionistico e con la sua forza è un esempio per tanti. Nonostante le cure farmacologiche innovative è dovuto ricorrere alla chirurgia, ma non si è mai perso d’animo. Fare i conti con una malattia cronica e gestirla non è mai facile, ma è possibile. La sua storia lo dimostra».
Anni di cure e sette interventi
«Dopo tanti anni di cure farmacologiche, che alleviavano solo in parte i sintomi, non mi rimaneva che la chirurgia», racconta. «Ho dovuto affrontare un lungo percorso scandito da sette interventi. Ho fronteggiato varie complicanze e una colectomia totale (asportazione del colon, ndr). Ma poi ho iniziato finalmente a vivere».
Aveva 26 anni, quando è cominciato tutto: i forti dolori alla pancia, le scariche di sangue, febbri alte e anomale. «Ho girato parecchio e sono stato in molti ospedali, da Mestre a Padova e Bologna, ma non ne venivo a capo», racconta. «Poi ho scoperto per caso il centro specializzato all’ospedale di Negrar, leggendo la testimonianza di una ragazza su Facebook. Ho iniziato un nuovo percorso, seguito dalla dottoressa Angela Variola e dal chirurgo Giuliano Barugola. Salite, ostacoli, paure non sono mancati. Ora però il peggio è passato». E il mare dello Stretto lo aspetta.