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La veterana è spoglia
Solo un quadrifoglio
e la scritta «Provincia»

L’opera nella rotatoria di Sant’Ambrogio su disegno di Milo Manara
L’opera nella rotatoria di Sant’Ambrogio su disegno di Milo Manara
L’opera nella rotatoria di Sant’Ambrogio su disegno di Milo Manara
L’opera nella rotatoria di Sant’Ambrogio su disegno di Milo Manara

Lasciati Sant’Ambrogio e la rotonda disegnata da Milo Manara con i cinque bambini che rappresentano gli altrettanti Comuni della Valpolicella, i paesi del lago di Garda e dell’entroterra fanno buona compagnia alla valle del vino. Nei paesi e sulle strade gardesane le rotatorie «sciogli traffico» hanno fatto la loro comparsa da un po’. Spesso sono in formato «mignon», però, calpestabili dalle ruote dei mezzi e senza nessun fronzolo al loro interno. Così è risolto pure il problema della manutenzione.

CAVAION, Rivoli, Affi e Caprino, tra l’entroterra gardesano e le pendici del Baldo, non vogliono essere da meno. Ci sono le «veterane», prima tra tutte la rotatoria in località Camporengo, lungo la strada provinciale 11 della Valdadige tra le direzioni Montalto di Gaium, Rivoli e Affi. Percorsa ogni giorno da tanti veronesi e tantissimi turisti, è però da molti anni la più spoglia di tutte. Al centro campeggia solo la scritta «Provincia di Verona» dentro a un quadrifoglio artificiale, su un prato a crescita spesso libera.

Sono più «vestite», le sorelle minori che si trovano nei paraggi. È addobbata con piante e fiori la rotatoria di Rivoli in località Porton, tra Valdoneghe e Groletta, all’ incrocio tra le provinciali 11 Valdadige e 29/c delle Cristane con la via comunale di accesso a Rivoli.

In nome del celebre vento rivolese, che rinfresca le estati e alimenta le pale del Parco eolico, lì potevano starci «I Soffioni», scultura originale ideata dalla Scuola d’arte Paolo Brenzoni di Sant’Ambrogio. Il progetto, però, alla fine non fu scelto dall’amministrazione comunale rivolese che pure aveva chiesto consulenza agli artisti ambrosiani. Cavaion ha da anni due rondò con viti, ulivi e siepi curate.

La sua unica frazione, Sega, ha recuperato da qualche anno il «gap» con il capoluogo e vanta pure essa la sua rotatoria, vicino al ponte sull’ Adige, all’incrocio stradale tra la provinciale che portano a Rivoli e a Pastrengo. Uno snodo assai trafficato, reso più bello dall’arredo del rondò: ci sono alcuni olivi, simbolo di Cavaion, un masso di pietra («seregno») da 300 quintali ritrovato a Camporengo, la scritta «Sega di Cavaion» scolpita su pietra locale dallo scultore Matteo Cavaioni, docente alla Brenzoni. C.M.

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