<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
la giornata mondiale

Lotta all'endometriosi, a Negrar inaugurata la panchina gialla

La patologia colpisce una donna su 10, in Italia, con diagnosi molto tardive. Ogni anno 1.200 pazienti vengono operate a Negrar
La panchina gialla, simbolo della lotta all'endometriosi, inaugurata all'ospedale di Negrar (Madinelli)
La panchina gialla, simbolo della lotta all'endometriosi, inaugurata all'ospedale di Negrar (Madinelli)
La panchina gialla, simbolo della lotta all'endometriosi, inaugurata all'ospedale di Negrar (Madinelli)
La panchina gialla, simbolo della lotta all'endometriosi, inaugurata all'ospedale di Negrar (Madinelli)

L'endometriosi è una malattia sociale che colpisce una donna su 10, in Italia, con diagnosi molto tardive che compromettono pesantemente le pazienti a livello fisico e per la quale vanno superati molti tabù radicati.

Nella giornata mondiale dell'endometriosi che ricorre oggi, 28 marzo, e nel mese della consapevolezza creato per accendere i riflettori su questa patologia femminile per cui l'endometrio si presenta fuori dalla sua sede naturale, cioè l'interno dell'utero, provocando infiammazioni e dolori invalidanti, all'Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar è stata inaugurata la panchina gialla simbolo della lotta contro la malattia.

La panchina si trova tra i giardini di Casa Nogarè e l'ospedale Don Calabria. Proprio l'ospedale in Valpolicella è infatti da anni in prima linea in questo campo e possiede un Centro di riferimento nazionale per l'endometriosi all'interno dell'unità operativa complessa di Ginecologia diretta dal dottor Marcello Ceccaroni.

Ogni anno 1.200 pazienti vengono operate a Negrar, a causa delle gravi ripercussioni della malattia in molte parti oppure in vari organi addominali. In totale sono 15mila le donne con patologia endometriosica seguite in un anno.

All'inaugurazione hanno partecipato per l'ospedale il presidente fratel Gedovar Nazzari, l'amministratore delegato Mario Piccinini, il direttore sanitario Fabrizio Nicolis e il primario Ceccaroni, oltre all'equipe che si occupa della riabilitazione post operatoria delle pazienti. Inoltre, la paziente quarantacinquenne Cecilia Santoro ha fatto da testimonial raccontando la sua storia fatta di 14 anni di sofferenza prima di arrivare alla diagnosi.

"Ho avuto fin da adolescente anni molto difficili, segnati dal dolore a ogni mestruazione, ma non sono stata ascoltata né creduta per tanto tempo", racconta Santoro. "Nel frattempo la malattia si è aggravata e ho dovuto subire due operazioni". Ma è anche un messaggio di speranza, il suo: "Ho raggiunto una buona qualità di vita", afferma. "Come me possono arrivarci molte donne, con le terapie giuste e grazie a specialisti molto attenti ed empatici".

Conclude il dottor Ceccaroni: "La diagnosi tardiva è il nemico principale delle donne affette da endometriosi. È necessario tenere accesi i riflettori sulla malattia, soprattutto dal punto di vista culturale e sociale". 

Camilla Madinelli

Suggerimenti