Per ricordare persone, storie e orrori del passato. Per ridare dignità a chi l'aveva persa in campo di concentramento e per lanciare un monito al futuro. A Peri di Dolcè sono state posate stamattina, lunedì 22 maggio, due pietre d'inciampo dedicate rispettivamente a Emilio Marcotto e Narciso Veronesi.
Entrambi furono strappati alle famiglie sul finire della seconda guerra mondiale, arrestati e deportati nei campi di sterminio in Germania, dove morirono nel 1945.
La cerimonia si è tenuta in via monte Corno prima, dove Marcotto abitava, e poi alla stazione ferroviaria di Peri, dove Veronesi fu prelevato di forza dai nazisti. Nel piazzale della stazione di sono tenuti i discorsi delle autorità, dei rappresentanti del comitato provinciale di Aned, dei familiari dei due deceduti tragicamente e del vicario del questore di Verona, Girolamo Lacquaniti.
Ad ascoltare, oltre a numerosi adulti, anche gli studenti delle scuole medie di Peri, ai quali si sono rivolti in tanti per ricordare loro quanto sia importante «studiare la storia e tenere viva la memoria per i martiri della libertà». Ad avviare la cerimonia il sindaco di Dolcè, Massimiliano Adamoli, attorniato dal suo vice Ivan Castelletti e dall'assessore Silvana Marconi, altri amministratori e rappresentanti delle associazioni locali.