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Sagra di Arbizzano, dopo il rogo di febbraio «Smoke on the Water» diventa «Fumo su Parona»

Mentre il salumificio ha ripreso a lavorare a Santa Lucia di Pescantina, resta incerto il futuro della struttura bruciata il 9 febbraio 2023. A cui il «Complesso Architettonico» dedica una canzone
L'esibizione del Complesso Architettonico
L'esibizione del Complesso Architettonico
Il Complesso Architettonico alla sagra di Arbizzano (video Noro)

«Fumo su Parona». Sulle note dell’immortale Smoke on the water dei Deep Purple, alla sagra di Arbizzano – che si è chiusa ieri sera registrando da venerdì a domenica un vero e proprio boom di presenze – è tornata attuale la questione del rogo del salumificio Coati, a testimoniare quanto la vicenda abbia impattato sulle migliaia di residenti della zona, da Parona ad Arbizzano.

La band amatoriale di giovani del posto, i Complesso Architettonico, che si ritrova a suonare e provare a Montericco – ha raccontato il cantante dal palco – ha scritto la canzone all’indomani del grave incendio che lo scorso febbraio in pochissimo tempo ha inghiottito la grande struttura, distruggendola pur continuando a bruciare per circa una settimana. Durante l’esibizione il fumo che è stato sparato dal palco ha ricreato la fitta nebbia causata dal fumo basso che per giorni ha ammorbato gli abitati vicini, impedendo di aprire le finestre e spingendo numerose famiglie ad andare via di casa per alcune notti.

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Il presente e il futuro del salumificio

Nella Zai di Arbizzano citata nel testo, intanto, il salumificio Coati non esiste più. L’imponente struttura industriale è stata rasa al suolo. Al posto dello stabile, fino a qualche mese fa in fase di ampliamento, ora solo macerie e anche queste, tir dopo tir, stanno gradualmente abbandonando il sito.

La carne, intrappolata sotto i detriti e rimasta a marcire a lungo causando un fetore nauseabondo tra Parona e Arbizzano e un’invasione di mosche – secondo il cronoprogramma delineato dalla proprietà al Comitato durante l’incontro dei mesi scorsi – dovrebbe essere stata del tutto rimossa entro luglio. A distanza di oltre un mese, però, l’odore non ha ancora del tutto lasciato la morsa. Rimane inoltre l’incognita sul futuro del sito, su cui nulla per ora è trapelato: un mese ancora e qualcosa di più dovrebbe essere dato sapere. Il 3 ottobre, infatti, scade la proroga richiesta al Comune per sottoscrivere le opere compensative funzionali relative all’ampliamento che la ditta Coati aveva già ottenuto per costruire gli ulteriori 400mila metri quadrati di commerciale.

Ilaria Noro

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