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Dopo il rogo

Coati riparte a pieno regime: rientrati i 300 dipendenti

di Camilla Madinelli
Produzione nello stabilimento di Santa Lucia di Pescantina, grazie all'accordo con la famiglia Pavoncelli. Previsti forti investimenti
Al lavoro. La produzione del Salumificio Coati è ripresa al cento per cento
Al lavoro. La produzione del Salumificio Coati è ripresa al cento per cento
Al lavoro. La produzione del Salumificio Coati è ripresa al cento per cento
Al lavoro. La produzione del Salumificio Coati è ripresa al cento per cento

Il Salumificio Coati torna a produrre il cento per cento delle linee alimentari nello stabilimento a Santa Lucia di Pescantina, reso operativo grazie a un accordo con lo storico salumificio pescantinese Pavoncelli. E festeggia anche il rientro di tutti i 300 dipendenti, guardando così al futuro con ottimismo.

Dopo pochi mesi dal disastroso incendio che lo scorso febbraio ha raso al suolo la sede produttiva ad Arbizzano di Negrar, nella zona artigianale industriale - e mentre nel sito andato in fumo proseguono le operazioni di smaltimento dei materiali tanto sollecitate dalla popolazione - la famiglia Coati proprietaria dell’azienda è ripartita a pieno ritmo.

«Più forte di ogni avversità, come da spirito imprenditoriale veneto, creando sinergie e individuando velocemente nuove soluzioni», spiega in una nota aziendale in cui fornisce alcuni dettagli sulla ripartenza. «Le macchine si ricomprano, sono le persone che fanno la differenza», afferma l’amministratore delegato del Salumificio, Beatrice Coati.

«I dipendenti, i primi a dare l'esempio»

«Sono stati i nostri dipendenti e collaboratori a farci capire che non dovevamo arrenderci, a dare per primi l’esempio. Già il giorno dopo l’incendio, autonomamente», racconta l’ad, «avevano riallacciato le linee telefoniche e internet, riprendendo i contatti con clienti e fornitori. Non potevamo arrenderci: ancora una volta la nostra famiglia ha accettato la sfida, abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse e competenze per ripartire».

L'accordo con la famiglia Pavoncelli

È stato l’accordo con la famiglia Pavoncelli, «con la quale eravamo già in contatto», rivela Beatrice Coati, «a permetterci di aprire la strada per un nuovo futuro insieme. Siamo già riusciti a reintegrare i 300 dipendenti, per noi l’obiettivo più importante». Come è stato possibile? «Grazie alla scelta di rendere interni alcuni servizi prima gestiti esternamente», risponde, «per impiegare nuovamente il nostro personale anche se con ruoli nuovi e differenti». Ed è così che l’obiettivo di ripartire con l’intera produzione entro l’estate è stato pienamente rispettato: insieme alle referenze della gamma Lenta Cottura, i prodotti di punta Coati, è ripartita la produzione dei salami Lenta Stagionatura, in particolare il Salame Milano Coati che ha ricevuto i «Cinque Spilli» dalla Guida Salumi d’Italia 2023.

Gli investimenti

«Abbiamo poi fatto importanti investimenti per l’acquisto di nuovi forni e zangole per la produzione dei nostri salumi», aggiunge il direttore commerciale, Massimo Zaccari. «Abbiamo deliberato un piano di oltre 15 milioni da investire in macchinari per rinnovare l’impianto produttivo e implementare la parte tecnologica dell’azienda, attivarci con soluzioni per il risparmio energetico e ridurre l’impatto ambientale». Tutti investimenti nello stabilimento a Santa Lucia di Pescantina, diventato in questi mesi il nuovo quartier generale dell’azienda. Sempre in Valpolicella, a pochi chilometri di distanza da Arbizzano. «Risaldando il suo legame con il territorio», conclude Zaccari, «la produzione a marchio Coati prosegue il suo cammino a ritmo serrato».

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