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Allarme da Pedemonte assediato dal traffico

di Lorenza Costantino
Attendere di attraversare nei momenti di punta è pericoloso: marciapiede e semaforo troppo breve
Attendere di attraversare nei momenti di punta è pericoloso: marciapiede e semaforo troppo breve
Attendere di attraversare nei momenti di punta è pericoloso: marciapiede e semaforo troppo breve
Attendere di attraversare nei momenti di punta è pericoloso: marciapiede e semaforo troppo breve

Tanto traffico, fra cui molti camion diretti a cantine vinicole e aziende. Lunghe code ai semafori nelle ore di punta, con nuvole di smog in mezzo all’abitato. Pedemonte, attraversato dalla provinciale 4 (via Campostrini), non ha ancora risolto i suoi grossi problemi di viabilità, nonostante la riqualificazione di un anno fa, che ha aggiunto corsie di svolta, «golfi» di sosta per gli autobus, e semafori intelligenti. L’amministrazione Zantedeschi pensa a spostare su altre arterie il flusso viabilistico che intasa la provinciale: sia allargando stradine secondarie in posizione strategica, come via del Terminon, un senso unico di mezzo chilometro fra la Zai di Pedemonte – Arbizzano e località Nassar, sia ripescando l’idea, ben più impegnativa, di una galleria sotto le colline per collegare in modo diretto i comuni di San Pietro in Cariano e Negrar. Il sindaco Gerardo Zantedeschi spiega: «Servono nuovi interventi, perché i lavori eseguiti nel 2018 hanno migliorato un po’ via Campostrini, per esempio ricavando zone di fermata per i bus, ma non hanno raggiunto l’obiettivo di fluidificare la viabilità. Alcune opere, come le isole spartitraffico a protezione delle strisce pedonali, risultano d’intralcio e sono state già divelte più volte dalle auto». Commenta Iseo Murari, consigliere delegato alle strade: «La viabilità della Valpolicella è al collasso, e a farne le spese è soprattutto la frazione di Pedemonte, anello di congiunzione con il territorio di Negrar. Il paese è una camera a gas. E quando verrà inaugurata la nuova ala dell’ospedale Sacro Cuore, la situazione non potrà che peggiorare». Ma andiamo per ordine: problema passaggi pedonali. Davanti alla scuola elementare il marciapiede, all’altezza delle strisce con semaforo a chiamata, è largo poco più di un metro. All’uscita dalle lezioni c’è chi finisce per aspettare il verde sul bordo della banchina, a ridosso dei veicoli che sfrecciano, e chi deve accodarsi nel viottolo pedonale in fianco alla scuola, privo di scoli per l’acqua piovana e spesso trasformato in pozzanghera. Il rosso, per chi è a piedi, dura circa due minuti, mentre si ha a disposizione solo una ventina di secondi per arrivare dall’altra parte della carreggiata: «C’è da aspettare molto prima di poter attraversare e diventa problematico, quando in tanti ci si ritrova in questo piccolo spazio davanti alle strisce», indica la mamma di un alunno. Nel mentre, un’altra signora tenta di sfruttare un varco tra le auto, senza aspettare il verde (lo fanno in molti), ma il traffico sostenuto la fa desistere. Una nonna con nipotino per mano mette in luce un’ulteriore anomalia: «Il verde per i pedoni si accende quando il semaforo principale, all’incrocio tra provinciale e via Ca De De’, diventa rosso. Ma nei momenti di maggiore traffico si forma una coda che invade le strisce pedonali». Capitolo a parte sulle isole spartitraffico che i passaggi pedonali senza semaforo. Spiega una mamma: «Dovrebbero tutelare chi attraversa, permettendogli di aspettare al centro della carreggiata. Ma non mi fiderei mai a sostare lì: quegli spartitraffico vengono spesso divelti». L’ultima volta a fine ottobre, all’altezza della Banca Popolare. Murari espone i progetti: «Su via Campostrini è difficile intervenire. Puntiamo su percorsi alternativi, come sull’allargamento e l’istituzione del doppio senso in via del Terminon, con rotonde ai due capi, in collaborazione con comune di Negrar e Provincia: già fatto lo studio di fattibilità. E per il progetto della galleria intavoleremo un dialogo con l’assessore regionale Elisa De Berti. Ma ci vorrà il coinvolgimento di tutti i Comuni della Valpolicella, trattandosi di un problema condiviso». •

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