Ultimo saluto a don Renato il sacerdote «forte e buono»

Don Renato Montorio

mmino, lo hanno incontrato e conosciuto. Don Renato, 68 anni, è venuto a mancare all’ospedale di Legnago, a causa di un arresto cardiaco, una morte improvvisa, che ha gettato nello sconforto le sorelle Claudia e Daniela, la cognata Luisa e tutti i familiari. Una persona riservata, don Renato, dal carattere forte e molto buona, che ha fatto tanto per la Chiesa veronese e che ha operato a lungo, lui, prete della Bassa, in Lessinia. Il religioso, infatti, era direttore della Casa Incontri diocesana a Roverè Veronese, la struttura ecclesiastica per ritiri spirituali e punto di riferimento provinciale per incontri, seminari e giornate di preghiera. Un ruolo, questo, che ha ricoperto con passione e serietà, come testimoniano le persone che hanno avuto l’occasione di lavorare con lui. Precedentemente era stato parroco delle parrocchie di Lumini e Prada sul Monte Baldo e di Valdiporro, in Comune di Bosco Chiesanuova, e, ancora prima, curato a San Pietro di Legnago. È stato, inoltre, assistente all’economo diocesano per gli immobili di proprietà della diocesi e ha gestito anche il Centro di Spiritualità di San Fidenzio. La vocazione di don Renato è avvenuta in giovane età. Proveniente da una famiglia numerosa, quattro fratelli e due sorelle, e profondamente religiosa, nella sua scelta di vita è stato fondamentale il ruolo di don Vittorio, lo zio sacerdote e parroco del paese. Renato, infatti, aiutava lo zio come chierichetto durante le funzioni religiose e l’influenza di questo parroco fu tale che, all’epoca, anche altri ragazzi del paese si convertirono alla vita religiosa. Così decise di entrare in seminario a Verona. Nonostante avesse lasciato il paese da giovane e gli impegni diocesani lo avessero portato lontano, era sempre rimasto legato a Boschi Sant’Anna e alla sua famiglia. Molti, infatti, ricordano che, quando era seminarista, tornava spesso per assistere e partecipare ai tornei notturni di calcio che, al tempo, organizzava la parrocchia. Negli anni, appena poteva, tornava per far visita alle sorelle e ai familiari, a dimostrazione del legame che ancora lo univa al paese. Paese che oggi lo celebrerà con i funerali nella chiesa parrocchiale d’origine. • (...)

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