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Desolazione in quota

Temperature mai così alte, su Lessinia e Baldo se ne è andata quasi tutta la neve

I veronesi popolano comunque le montagne, ma il panorama imbiancato di inizio dicembre è solo un ricordo
LA NEVE CHE NON C'È

Occhi puntati alle previsioni meteo in Lessinia. La speranza è che la perturbazione di domani porti abbondante neve fresca sulle montagne dell’altopiano.

Panorama desolante

Al momento, però, per operatoti e appassionati degli sci stretti e delle ciaspole o per le famiglie con i bimbi che scalpitano per salire sugli slittini, il panorama è abbastanza desolante.

Chiazze di erba hanno preso il sopravvento sul candido manto che, dalla fine di novembre, aveva regalato emozioni a sportivi ed escursionisti.

 

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Commenti

La situazione è avvilente, riassume il presidente dello Sci club di Roverè Veronese, Gianni Segala: «A Conca dei Parpari potremmo fare una corsa campestre», ironizza, descrivendo il panorama più verdognolo che bianco.
Il Centro fondo della località è chiuso, con le giovani promesse dello sport invernale, che hanno davanti un calendario di gare da affrontare, costrette ad allenarsi sotto la pioggia e nella nebbia che ha avvolto le piste. Già, la nebbia. È stata, assieme alle temperature stagionali troppo miti, lo sgradito ospite delle festività natalizie, fa eco Elio Venturelli presidente di Lessinia Turistsport, società che cura la gestione delle piste a malga San Giorgio di Bosco Chiesanuova. Qui, salendo oltre 1.500 metri d’altitudine, «il percorso della Translessinia è chiuso da mercoledì per ragioni di sicurezza».

 

Poche chiazze

Ci sono lastre di ghiaccio e sassi più che distese di neve. Presenza costante di nuvole basse e alta umidità hanno messo in crisi il manto nevoso e dato il colpo di grazia a una stagione andata avanti a singhiozzo, com’era successo lo scorso anno. «Speravamo andasse meglio», ammette, tracciando un veloce bilancio e confidando nella preannunciata perturbazione.

Nella piana di San Giorgio è sempre stato possibile mettere gli sci ai piedi e la scuola ha raccolto parecchie prenotazioni durante le festività. Segno che gli appassionati delle discipline invernali non mancano.

Anzi: «Gli escursionisti non rinunciano ad una passeggiata in quota, se c’è una giornata di sole», dice Andrea Albertini, gestore del rifugio Monte Tomba.

 

Rassegnati

«Neve non ce n’è più», conferma pure lui, guardando al di là della terrazza che spalanca lo sguardo sull’altopiano. Il tono è quello della rassegnazione, unito alla preoccupazione per un clima impazzito.
Dopo la parentesi del 2020, ricorda Albertini, «ormai è da anni che le nevicate scarseggiano. Ci siamo abituati». La gente comunque si muove e, anche al rifugio Malga Malera, «non è mancato il passaggio» conferma Alessandra Paradiso mentre è alle prese col servizio.
Certo, la voce è comune: coi pendii innevati sarebbe tutta un’altra cosa...

 

La situazione sul Baldo

Ha ormai le ore contate l’ultima residua neve sulle pendici del Monte Baldo. Le alte temperature registrate nei giorni scorsi hanno sciolto buona parte della coltre bianca che ricopriva le parti più elevate dell’Hortus Europae.

La conferma arriva dai rifiugi situati in vetta, in particolare nell’area attorno a Cima Costabella, sul versante occidentale del Baldo meridionale. «Qui la neve è praticamente scomparsa», afferma Alberto Bullio, gestore, assieme al fratello Fabio e altri soci del rifugio Chierego, situato a poco più di 1.900 metri di altitudine. «Le uniche zone ancora innevate sono più a nord e a quote più elevate, lungo le creste che portano al Telegrafo, e, almeno in parte, sulla costa orientale che porta a Valfredda, meno battuta dal sole». Il clima mite e soleggiato degli ultimi giorni ha quindi quasi completamente cancellato il manto bianco che un mese fa era arrivato ad una quarantina di centimetri grazie in particolare ad alcune copiose nevicate il 10 e 11 dicembre.
Sul versante occidentale, che per buona parte rimane soleggiato durante la giornata, sono rimaste qua e là solo alcune sporadiche chiazze di neve ghiacciata.
Negli ultimi giorni, tuttavia, gli escursionisti saliti fino in cima, hanno potuto ammirare panorami molto suggestivi con il sole ad illuminare la vetta del Baldo, mentre alle quote meno elevate era presente la fitta coltre di foschia, che come un letto di nubi, ha avvolto il lago e la pianura veneta.
«Di giorno abbiamo raggiunto anche i dieci gradi. Ora (ieri mattina per chi legge, ndr) ci sono otto gradi», precisa ancora il gestore del Chierego, che, nonostante l’assenza delle neve, è rimasto più che soddisfatto dell’andamento delle presenze nel corso di queste vacanze natalizie.


«L’affluenza è stata molto buona, nonostante il clima non sempre clemente, anche durante il ponte dell’8 dicembre, a ridosso di Natale e di Capodanno», afferma ancora Bullio dal Chierego, che rimarrà aperto tutti i giorni fino a domenica 8 gennaio e poi nei fine settimana. «L’apertura della cestovia e seggiovia di Prada ha di certo agevolato la nutrita presenza di appassionati della montagna».
Dello stesso avviso Anna Maria Montanari, che gestisce il rifugio Fiori del Baldo, situato poche centinaia di metri più a valle del Chierego. «Siamo molto soddisfatti», spiega Montanari, indaffarata a servire ai tavoli.

«Sta andando benissimo. C’è tanta gente, grazie anche alla funivia». Alessandro Tenca, gestore del rifugio Telegrafo, situato a 2.100 metri sulle creste, temporaneamente chiuso per la pausa invernale, avverte però a chi decide di effettuare un’escursione in quota: «Fino all’altezza del Chierego non ci sono particolari problemi nella risalita a piedi della montagna. Oltre ai 1.900 metri, invece, la situazione è più complessa con i sentieri da affrontare solo con attrezzatura alpinistica, anche per la presenza di ghiaccio».


«Inoltre», conclude Tenca, «nella val delle Nogare lungo il sentiero 654, prima dell’ingresso in Val delle Prè, è caduta una frana composta di sassi e rocce che ha ricoperto il percorso». 

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