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Stagione propizia
per i marroni
Il prezzo è lievitato

Marroni
Marroni
Marroni
Marroni

Non è una stagione eccezionale per quantità quella dei marroni di San Mauro, ma la qualità è superiore e soddisfa i castanicoltori della Lessinia che dopo sei anni presentano finalmente, dopo la timida ripresa dello scorso anno, una prima stagione con il completo controllo della vespa cinese grazie alla lotta biologica.

«La stagione era partita benissimo», conferma Pietro Alberti, presidente dell’Associazione castanicoltori della Lessinia che raccoglie 51 aziende da Sant’Anna d’Alfaedo a San Giovanni Ilarione, «poi purtroppo, dalla metà di agosto alcune zone hanno patito più di altre la siccità e temperature insolite per il periodo, protrattesi anche nel mese di settembre. Le piante in maggior sofferenza hanno perso dei frutti e non si può contare quest’anno su quantità eccezionali. In compenso il sapore è ottimo e anche il taglio non è malvagio, tant’è che con 59 marroni di bella pezzatura si riesce a fare un chilo di prodotto».

Il prezzo all’ingrosso è lievitato rispetto all'anno scorso e oggi dei marroni di buona pezzatura spuntano sul mercato anche 4,50-5 euro al chilogrammo. La lievitazione dei prezzi è dovuta anche al calo dell’offerta: «Abbiamo perso un 25-40 per cento di prodotto rispetto alle stagioni migliori», aggiunge Alberti, «e questo perché le piante arrivano da sei anni difficili per la presenza della vespa cinese che ha compromesso interi raccolti in certe stagioni. Le piante si stanno riprendendo e alla vista appaiono belle e vigorose, ma ci vorrà ancora qualche anno prima che si riprendano del tutto», conclude.

La lotta al cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus (Hymenoptera Cynipidae), conosciuto anche come vespa cinese, che sei anni fa aveva messo in ginocchio i castanicoltori della nostra regione, è stata vinta in tempi insperati, come conferma Andrea Battisti, docente di Scienze forestali all’università di Padova, che per conto della Regione ha sviluppato il progetto di lotta biologica con l’utilizzo dell’antagonista Torymus sinensis. «È un sistema che funziona nel 30 per cento dei casi: non sappiamo perché qui sia successo, e in tempi brevi rispetto a quelli preventivati, perché i primi lanci dell’antagonista risalgono solo al 2010. C’è stata una buona sinergia fra coltivatori, ricercatori e Regione che ha finanziato il progetto e la determinante collaborazione delle associazioni che hanno convinto gli agricoltori a rispettare determinati accorgimenti, soprattutto quello di evitare i trattamenti nei giorni di lancio degli antagonisti».

Quanto alla perdita di produzione, il docente ha potuto dimostrare, grafico alla mano, come sia stata la presenza del Cinipide il vero motivo del calo e come finalmente, nel 2016 non si sono più trovate le caratteristiche galle che denunciavano la presenza dell’insetto sulle piante.

IL FUTURO dirà come sarà il comportamento dell’antagonista al momento della scomparsa delle galle: «La popolazione diminuirà certamente ma ci sarà, ci auguriamo, una stabilizzazione della popolazione. Se non dovesse accadere e nel momento in cui dovessero comparire le galle con l’assenza del parassitoide, sarà necessario intervenire con nuovi lanci.

Più complessa si presenta invece la lotta alla Drosophila suzukii che attacca la frutta fresca, in particolare ciliegie e piccoli frutti: ha un suo antagonista che è stato individuato nel moscerino della frutta marcescente, «ma la lotta biologica va fatta nelle zone boschive dove la Drosophila vive, perché quando è presente sui frutti non resta altro che il trattamento chimico», riconosce Battisti, «pertanto si dovrà lavorare perché il parassita, quando arriva nel frutteto, sia ridotto ai minimi termini e i danni siano irrilevanti».

Queste le considerazioni emerse nel convegno aperto dal sindaco Italo Bonomi e organizzato con la collaborazione dei castanicoltori, dove ha portato il suo contributo anche Fulvio Viesi, vicepresidente dell'Associazione città del castagno, ricordando che «siamo proprio noi, gestori del territorio, i primi promotori di una nuova economia. Sto male quando vedo tre chili di marroni a 12 euro, perché è avvilente e si dimostra di non capire la differenza tra valore e prezzo e il cambio di passo lo si fa con azioni mirate, mettendosi in rete, confrontandosi con altre realtà e prendendo coscienza del tesoro che abbiamo ereditato dai nostri vecchi».

E proprio ripercorrendo la storia del castagno, del suo utilizzo e del suo valore per la cultura montana, Ezio Bonomi, ha messo in risalto quanto sia impregnata di questa pianta la vita della Lessinia, che alle castagne riconduce proverbi, modi di dire, usanze e tradizioni.

Vittorio Zambaldo

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