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Il caso

San Mauro di Saline, il paese del teatro che mette in scena la realtà

Attori e abitanti condividono storie che diventano spettacolo. Dal festival dei corti il 24 marzo fino al saggio di gruppo il 19 maggio. Tutto è nato tre anni fa
Il gruppo teatrale di San Mauro di Saline
Il gruppo teatrale di San Mauro di Saline
Il gruppo teatrale di San Mauro di Saline
Il gruppo teatrale di San Mauro di Saline

Il paesino di San Mauro di Saline si trasformerà nella capitale veneta degli artisti, celebrando le Giornate mondiali del teatro e del libro. Il 24 marzo, ospiterà il Festival dei corti con cinque compagnie amatoriali; il 20 aprile, le narrazioni di una ventina di attori. Nel frattempo, 23 bambini di elementari e medie e cinque adulti - una commessa, un’ex insegnante, un’ex impiegata, un avvocato e un autista di pulmini - si alternano fino al 19 maggio, quando si terrà il saggio, sul minuscolo palcoscenico tra il municipio e la chiesa. La maggior parte dei recitanti vive a San Mauro di Saline; gli altri, a Mezzane di Sotto, Roverè, Tregnago e San Giovanni Ilarione.

 

La realtà in scena

«La realtà, anche per i giovanissimi, è più coinvolgente da mettere in scena della fantasia. I piccini, improvvisano figure che riprendono gli animali. I più grandicelli, riproducono la quotidianità di una città. Gli adulti, si cimentano con i testi letterari», spiega Michele Teatin del Teatroprova di San Bonifacio, a cui il Comune di San Mauro, tre anni fa, ha affidato la gestione del teatrino. Un’ora di lezione a settimana, un centinaio di spettatori per volta, ingresso con offerta libera, le esibizioni di domenica alle 17. «Nelle festività c’è il pienone», assicura il responsabile.

Dunque, si alzi il sipario: il prossimo arrivo di una parrucchiera ha messo in subbuglio la piazza principale e le contrade. Le ragazzine si scambiano sugli smartphone le possibili acconciature; le vecchiette si interrogano sulla novità; i ragazzini si prodigano per installare l’insegna del negozio. Le divergenze generazionali, ritrovabili in qualsiasi comunità, si ingigantiscono sul palcoscenico. La modernità, si diceva, è preferita alla tradizione», rimarca Teatin. Qualunque siano le differenze, si lavora in gruppi.

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Esperienza in crescita

I laboratori si tengono da ottobre a maggio, includendo sempre più aderenti. Oggi, il teatrino è considerato una «residenza creativa», affinché gli attori di mestiere o per hobby condividano con gli abitanti, di ogni età, delle esperienze artistiche così coinvolgenti da indurre proprio questi ultimi a diventare i protagonisti delle rappresentazioni. Lo stesso Teatin, che risiedeva a Colognola ai Colli, si è trasferito a San Mauro di Saline, tanto l’hanno convinto le persone e il paesaggio. È accaduto dopo le restrizioni agli spostamenti dovute al Covid. «Sono principianti, perciò debbono esprimersi nei modi e nelle forme che ritengono», aggiunge il responsabile.

Stefano Caniato

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