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Bilancio

Mai così tante le predazioni dei lupi: 188 animali uccisi in Lessinia, 62 sul Monte Baldo

I dati della Polizia provinciale, che la riforma Delrio ha sguarnito, relativi al periodo gennaio-novembre. Il numero può aumentare perché manca dicembre
Animali morti per un attacco di lupi in contrada Cenise di Sotto, in Lessinia
Animali morti per un attacco di lupi in contrada Cenise di Sotto, in Lessinia
Animali morti per un attacco di lupi in contrada Cenise di Sotto, in Lessinia
Animali morti per un attacco di lupi in contrada Cenise di Sotto, in Lessinia

Anno impegnativo per la polizia provinciale: da gennaio a novembre, gli agenti in forze al servizio hanno effettuato 170 sopralluoghi, in media uno ogni due giorni, per la verifica delle predazioni da lupo ai danni di animali domestici. Oltre 200 sono i capi rimasti uccisi ma dicembre non è ancora concluso, quindi è facile prevedere che il numero sarà ritoccato al rialzo. Sempre meno sono, tuttavia, gli uomini dedicati a queste attività.

 

Nove operatori impegnati su 98 Comuni

«Stiamo facendo i salti mortali», esordisce il comandante Damiano Cappellari, responsabile del servizio. L’organico conta 16 persone, di cui nove effettivamente operative sul territorio, per 98 Comuni. Effetto della riforma Delrio che, dal 2014, ha riorganizzato le competenze degli enti provinciali: «Fino a una decina di anni fa eravamo in 37 mentre oggi, a fronte di maggiori incombenze, siamo meno della metà». Con la stagione della caccia aperta, il periodo è caldo: «L’impegno maggiore è sulla vigilanza venatoria e sul bracconaggio».

Grazie all’azione di controllo, gli agenti della polizia provinciale hanno sorpreso un bracconiere che, con fucile dotato di silenziatore, sparava da un capannone, uccidendo decine di specie protette. Si occupano inoltre del recupero della fauna ferita e, di recente, hanno liberato un tasso da un laccio, posizionato appositamente per intrappolarlo nelle vicinanze di una proprietà. Due dati scendono nel dettaglio di questo lavoro quotidiano: 301 sanzioni amministrative elevate in materia di caccia, pesca, raccolta funghi e tartufi; 21 notizie di reato inviate alla procura, ad esempio per l’uso di mezzi di caccia vietati e abbattimento di specie protette. Si aggiungono al conteggio le predazioni che si verificano in un territorio ampio, che spazia dalla Lessinia, sebbene nell’area della riserva naturale sia di competenza il guardiaparco, al Baldo. Zone tra pascoli e contrade talvolta remote da raggiungere, che richiedono immediatezza di azione per accertare se si sia trattato di lupo o canide. I sopralluoghi tecnici, dove agli agenti si affianca un veterinario, sono necessari per l’eventuale richiesta di indennizzo alla Regione da parte dei proprietari degli animali predati.

 

Eventi predatori in aumento

«Un grande impegno», riconosce anche il vicecomandante Anselmo Furlani. In particolare per quanto riguarda gli eventi predatori, visto l’aumento che quest’anno si aggira intorno ai 30-35 capi in più rispetto all’anno scorso. Sintomo, dice, della crescente presenza di predatori.

A parlare sono i numeri: 188 capi, per la maggior parte bovini, sono stati uccisi in Lessinia; 62 invece nell’area del Monte Baldo, perlopiù pecore e capre. Sono stati mesi impegnativi per gli agenti, tenendo conto che solo cinque tra quelli in organico sono stati formati dalla Regione per intervenire in caso di evento predatorio. «Da fine dicembre, ci attendiamo una sosta fino a marzo-aprile», conclude Furlani, «ma appena gli allevatori inizieranno a portare il bestiame sui pascoli, probabilmente le predazioni riprenderanno».

Marta Bicego

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