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Il caso

Multati in bici sui sentieri della Lessinia. «Perché? Qui non ci sono cartelli...»

di Marta Bicego
Raffaele Ganzerli, fondatore del blog «Enduro Senza Fretta» racconta delle multe comminate a diversi ciclisti
Biker in montagna
Biker in montagna
Biker in montagna
Biker in montagna

Due ruote vietate tra i confini del Parco della Lessinia? È l’interrogativo sollevato da Raffaele Ganzerli, fondatore del blog «Enduro Senza Fretta», creato per suggerire itinerari da percorrere in sella alla mountain bike scelti per coniugare l’aspetto sportivo alla conoscenza del territorio, veronese e non.

Multe in Lessinia ai ciclisti

Uno dei percorsi suggeriti da Ganzerli accompagna i biker più esperti tra le salite e le discese del gruppo del Carega, con partenza e rientro a Giazza, nel comune di Selva di Progno.
Impresa che si è rivelata particolarmente «faticosa» per alcuni follower, che sono stati multati dai carabinieri forestali perché transitavano sui sentieri delle Piccole Dolomiti. Il tam-tam si è fatto strada in fretta nella rete. E, poiché questi tratti rientrano nei confini del Parco naturale della Lessinia, Ganzerli ha indirizzato una lettera ai responsabili dell’ente per avere delucidazioni. E l’ente prende tempo per verificare.

 

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La segnalazione

«Diversi utenti del blog», spiega Ganzerli, «ci hanno segnalato episodi, che definiamo senza offesa spiacevoli, in cui sono stati fermati dal personale dei carabinieri forestali e pesantemente multati (100 euro) per il semplice fatto di essersi trovati sui dei sentieri. Tutto questo nella totale inconsapevolezza di aver violato regole».

Il blogger si appella alla necessità di fare chiarezza, anche se i fatti riportati hanno suscitato polemiche. Le multe, infatti, afferma Ganzerli, sono state comminate «in assenza di qualsiasi forma di segnaletica indicante il divieto di percorribilità. In alcuni casi». precisa il blogger, «è presente, anche se in modo non conforme alla segnaletica stradale, ma tant’è: chi è stato fermato si trovava in zone dove non vi era alcuna indicazione.

I funzionari dell’Arma hanno semplicemente fatto presente che dovevano informarsi prima. In tutta sincerità non ci sembra il modo migliore di interloquire o comunicare le regole del Parco». Il tema, incalza Ganzerli, è più ampio. A suo dire, manca la volontà «di instaurare una dialettica costruttiva con chi, in un modo o nell’altro, potrebbe rappresentare il punto di vista di chi va in bici». Colpa soprattutto di preconcetti difficili da scalfire, secondo i quali «le bici rovinano i sentieri», «chi va in mountain bike non ha rispetto per chi va a piedi», «la montagna è fatta per chi va a piedi». Il blogger auspica di raggiungere un traguardo migliore per chi desidera riscoprire il territorio con un mezzo ecosostenibile quale è la bicicletta: «La condivisione dei sentieri, il rispetto e l’aiuto reciproco tra pedoni e biker sono il futuro. I divieti sono una risposta melensa ad una realtà che sta cambiando».

La replica del Parco della Lessinia

La questione è già stata presa in carico dagli uffici, comunicano dal Parco. «L’ente ha ricevuto, accolto e protocollato la segnalazione - ricevuta lunedì 4 settembre - e il personale della Comunità montana sta verificando nel dettaglio la situazione e gli episodi sollevati, anche in collaborazione con le forze dell’ordine preposte al controllo».

Precisano inoltre: «Costituitosi nel 2019, il Parco è il nuovo gestore dell’area protetta».
Di fatto, concludono, «si tratta di un ente nuovo e sotto alcuni aspetti ancora in costruzione. In tal senso, tutti gli spunti propositivi vengono presi in considerazione in un’ottica costruttiva». 

 

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