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«La pecora Brogna vale più dei lupi che sono tutelati»

L’agnellino di undici giorni che è diventato la mascotte del concorso
L’agnellino di undici giorni che è diventato la mascotte del concorso
L’agnellino di undici giorni che è diventato la mascotte del concorso
L’agnellino di undici giorni che è diventato la mascotte del concorso

Il quinto concorso regionale delle pecore di razza Brogna, svoltosi ad Erbezzo all’interno della fiera del bestiame, nella giornata dedicata a Tipicamente Lessinia, ha visto ancora l’allevamento di Lorenzo Erbisti primeggiare per il secondo anno di seguito, perché il pastore di Roverè, con un gregge di oltre 800 pecore, può portare in concorso i migliori esemplari fra una vasta scelta di individui. Ma non sono mancate le belle sorprese di nuovi allevatori, che anche in piccole dimensioni sono riusciti a portare all’esame della giuria esemplari che hanno positivamente impressionato. È il caso di Giuliano Menegazzi di Erbezzo, che oltre ad aver raccolto il consenso dei bambini sull’agnello più bello, con un agnellino di appena 11 giorni che è diventato subito il beniamino della fiera, si è distinto anche con due secondi posti sia nella categoria femmine, nate fino al 31 dicembre 2016, sia tra i montoni. Anzi la giuria formata da Maurizio Mazzi, veterinario dell’Ulss 9, Valerio Castagna, esperto di razze ovine dell’Arav, e dal veterinario Marcello Volani, direttore dell’Associazione per la promozione e la tutela della pecora Brogna, ha indicato la sua pecora come la miglior femmina, ma troppo giovane per avere il primo posto, che è andato invece all’esemplare portato da Giuseppe Gugliemi di Pescantina. Terza la femmina portata da Luca Viviani di Badia Calavena. Per gli agnelli (nati dal 1 gennaio 2018) primo posto a Lorenzo Erbisti, seguito da Marco Beccherle di Bosco Chiesanuova e da Cristina Ferrarini dell’azienda Lana al pascolo di Sant’Anna d’Alfaedo. Infine per i montoni, nati fino al 31 dicembre 2016 gradino più alto del podio per l’esemplare di Leonello Spada di Marano, seguito da quelli di Giuliano Menegazzi e Lorenzo Erbisti. Un premio aggiuntivo per il miglior ariete è stato assegnato a Marco Beccherle, ma il suo esemplare è stato considerato fuori concorso perché di altezza superiore ai 77 centimetri e quindi fuori dagli standard di razza. A tutti i partecipanti è stata offerta dal Comune una campanella da mettere al collo delle pecore e il Mangimificio Carcereri di Cerro ha offerto coccarda e buoni per ritirare un sacco di mangime di qualità. L’incontro in fiera è stato anche occasione per confermare il gemellaggio con la pecora Foza sancito due settimane fa nel paese dell’Altopiano di Asiago da una delegazione veronese. Francesca Rodeghiero, coordinatrice della Festa della lana di Foza era presente con una delegazione in costume della Commissione museo e ha portato i saluti della sua comunità e del sindaco Mario Oro, raccontando gli stretti legami che uniscono Lessinia e Asiaghese ancora dal 1300 per la comune presenza della popolazione cimbra e la pastorizia. La razza Foza, pregiata per la sua lana è ancora a rischio estinzione essendo presenti poco più di un centinaio di esemplari e l’esempio di quanto fatto con la Brogna nel Veronese potrebbe essere di buon auspicio per la tutela e promozione della razza. In fiera hanno portato i loro saluti agli allevatori il sindaco Lucio Campedelli, l’assessore regionale Elisa De Berti e i parlamentari della Lega Paolo Paternoster e Vito Comencini. «Questa razza di pecore vale molto più dei lupi che la legge tutela in maniera assoluta», ha ricordato Campedelli, «e fa onore agli allevatori la testardaggine con cui continuano il loro lavoro con passione per valorizzare i veri prodotti tipici della montagna». Citando il gemellaggio con la razza Foza, ha ricordato che entrambe le comunità lavorano per un futuro di tutela ambientale e turismo, attento alla valorizzazione dei prodotti tipici. De Berti ha garantito il sostegno della Regione nelle iniziative degli allevatori e degli amministratori e Paternoster ha assicurato che il nuovo governo dà importanza e valore alla montagna, «un territorio che va seguito e salvaguardato con un interesse particolare». Comencini, da figlio di malghesi del Baldo, ha ribadito che «è doveroso per noi eletti in questo territorio portare avanti istanze di chi vive e lavora in montagna». La festa è continuata la degustazione negli stand gastronomici degli ottimi arrosticini di Brogna, i laboratori della lana e per diventare casari, il battesimo della sella, dimostrazione di conduzione del bestiame con il centro cinofilo Garda Sheepdog e la tosatura di alcune pecore. •

V.Z.

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