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Il teatro dei bambini si racconta al Tocatì

Un alunno con un burattino realizzato per la valigia teatrino di Favoavà
Un alunno con un burattino realizzato per la valigia teatrino di Favoavà
Un alunno con un burattino realizzato per la valigia teatrino di Favoavà
Un alunno con un burattino realizzato per la valigia teatrino di Favoavà

Da una semplice prestito di valige teatrino dall’associazione Favolavà è nato un progetto che la scuola dell’infanzia Emilio Zorzi di Bosco Chiesanuova si appresta a presentare a Verona, sabato alle 16.15 al Tocatì, nel chiostro della chiesa di San Giorgio in Braida, con una propria preziosa valigia teatrino in cui illustrerà «Le Fade del Monte Sabbionara», tratta da una fiaba di Attilio Benetti, elaborata dal punto di vista teatrale da Alessandro Anderloni. La storia sarà rappresentata da Marco Scacchetti e Peppe Follo, con Cristina Barrera che è insegnante nella scuola di Bosco e che con la collega Giuditta Poli ha seguito l’intero progetto. «Quando siamo andati a chiedere in prestito la valigia teatrino con la fiaba del lupo e dei sette capretti, ci è stato proposto di fare un baratto con una fiaba della Lessinia. L’idea ci è piaciuta e oltre a coinvolgere i bambini, abbiamo chiesto aiuto alle famiglie e agli artigiani del paese», raccontano le insegnanti che hanno messo in cantiere oltre alla fiaba di Benetti anche quella della Fada Lissa Lassa raccontata da Laura Brunelli di Malga Vazzo. È stata una partecipazione corale con i bambini che hanno realizzato le caricature delle persone coinvolte, la bibliotecaria Loretta Scandola che ha coordinato il lavoro di tante persone, artigiani del paese, genitori e nonni che hanno messo in campo le loro abilità di falegnami, sarti, fotografi, pittori. È stato un lavoro anche fortemente educativo: «Ci siamo rese conto che gli stessi bambini di Bosco Chiesanuova sono all'oscuro che il formaggio si fa con il latte delle mucche e quindi è stato fondamentale il lavoro di ricostruzione della “casara” con tutti gli attrezzi in miniatura e i loro nomi in dialetto e italiano», rivelano le insegnanti, che hanno trasferito a scuola l’attività dei casari e dopo un mese ogni bambino è tornato a casa con la sua toma stagionata realizzata in classe. Marco Scacchetti ha costruito le teste dei burattini che i bambini hanno poi colorato e chiesto a un parrucchiere di professione come Daniele Pezzo di mostrare come creare delle acconciature perfette per ogni personaggio usando il filo di lana. Ha preso così vita la fiaba e la fiaba è diventata vita vera, quella rivissuta nel contesto della propria cultura rappresenta dai bambini ai propri genitori con la valigia teatrino e i suoi fondali esposti in biblioteca. «Tutto il lavoro fatto rientra nel progetto “La biblioteca dei quattro colori” ciascuno dei quali indica un genere letterario che facilita l'individuazione e il prestito del libro per il fine settimana fatto in autogestione. Sopratutto nei mesi di lockdown sono stati strumenti preziosi come le favole raccontate su YouTube e ascoltate a casa o gli spettacoli improvvisati», concludono le insegnanti. Il progetto Favolavà promuovere esperienze di gioco narrativo attraverso l’utilizzo del teatrino delle fiabe, da parte delle famiglie, con il coinvolgimento e collaborazione di scuole e associazioni, sostenendo i genitori nel difficile compito di rompere il rapporto esclusivo del bambino con il mezzo televisivo, proponendo la scoperta del teatrino delle fiabe, favorendo la diffusione, l’autogestione, lo scambio di materiali ed esperienze.•.

Vittorio Zambaldo

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