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L'«oro rosso»

Il primo zafferano
della Lessinia
ora va a ruba

L'«oro rosso»
La raccolta dello zafferano
La raccolta dello zafferano
Zafferano in Lessinia (Zambaldo)

Chiara Castagna, giovane imprenditrice agricola, laureata in Scienze forestali, è al suo secondo anno di raccolta dello zafferano in Lessinia e dallo scorso anno ha più che raddoppiato i mille metri quadrati fra San Vitale e San Rocco di Roverè dove ha messo a dimora i bulbi dell’«oro rosso», come è definita la spezia per la sua delicatezza e la sua preziosità.

Ogni giorno all’alba Chiara si presenta tra i filari di bulbi per raccogliere a mano i fiori ancora chiusi e il lavoro prosegue poi nella sfioratura, che consiste nella separazione manuale dei tre filamenti rossi che costituiscono lo zafferano come lo conosciamo. Il prodotto esce con il marchio Zafferano Lessinia ed è una novità assoluta per questa terra di vino, olio, formaggi, castagne e ciliege.

Ci voleva una donna e pure testarda per incontrare produttori di alte regioni, studiarne i segreti e mettere alla prova il terreno abbandonato di famiglia, dove ha cominciato a fare degli esperimenti con diversi piccoli appezzamenti, diverse varietà di bulbi e differenti profondità di semina, fino a trovare quella che giudica la soluzione ideale che oggi cresce in un terreno dissodato, chiuso con recinto elettrico a prova di cinghiali e caprioli e allarmato con trappole a ultrasuoni per i roditori.

L’azienda agricola Zafferano Lessinia, a settecento metri di altitudine, circondato da boschi di castagni e pascoli, è oggi realtà. Tutto il prodotto del 2016 è andato a ruba, ceduto a ristoranti e privati interessati a uno zafferano di prima qualità, cresciuto su una terra sana, coltivato senza l’utilizzo di diserbanti o altri prodotti chimici, rispettoso dell’ambiente e delle persone che lo coltivano e lo utilizzano.

Vittorio Zambaldo

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