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Ha scoperto
le Imawarì Yeuta
Sauro è su «Time»

di Vittorio Zambaldo
Francesco Sauro con l’equipaggiamento da speleologo usato in Venezuela e in Brasile
Francesco Sauro con l’equipaggiamento da speleologo usato in Venezuela e in Brasile
Francesco Sauro con l’equipaggiamento da speleologo usato in Venezuela e in Brasile
Francesco Sauro con l’equipaggiamento da speleologo usato in Venezuela e in Brasile

Due anni fa ricevette nella prestigiosa sede della Royal Society di Londra il «Rolex Awards for Enterprise 2014», assieme ad altri quattro giovani di tutto il mondo, con meno di trent’anni, che avevano già manifestato spirito d’iniziativa con progetti innovativi per favorire il progresso dell’umanità.

Oggi, lo speleologo e ricercatore Francesco Sauro, che di anni ne ha 31, è stato incluso dal settimanale statunitense Time tra i 10 giovani leader mondiali di nuova generazione. Il primo riconoscimento e ora questo secondo gli arrivano grazie alle esplorazioni compiute in questi ultimi anni nelle foreste pluviali del Venezuela e del Brasile e grazie alla scoperta in Venezuela di Imawarì Yeuta: il più vasto sistema di grotte nelle quarziti al mondo, un dedalo di laghi color violetto con cristalli di minerali, sacro per le popolazioni locali.

Ha mappato 22,5 km del maxi-sistema sotterraneo, scoperto un nuovo minerale, trovato una possibile conferma alla teoria della deriva dei continenti per la presenza di un tipo di fauna ipogea che si trova anche in Africa. «Le grotte sono i migliori archivi del tempo, dell’evoluzione del paesaggio e della vita. Ogni traccia là sotto è conservata meglio che in superficie», assicura. Time ha motivato il riconoscimento con la speranza che lo studio di queste cavità inesplorate, e anche perciò ben conservate, aiuterà a capire le origini della vita. La passione di Francesco Sauro per la geologia e la speleologia è nato in Lessinia già quando aveva 13 anni: qui lo portava tutte le estati suo padre Ugo, docente di geografia fisica all’Università di Padova e originario di Bosco Chiesanuova, dove oggi è ritornato a vivere da pensionato. Il grande amore di Francesco è stato la Spluga della Preta, l’abisso per il quale ha scritto la sceneggiatura dell’omonimo film realizzato con Alessandro Anderloni e vincitore di numerosi premi internazionali e a cui ha dedicato il volume che ha celebrato gli 80 anni della prima spedizione nella grotta più profonda del Veronese.

Sauro è membro di La Venta, associazione di esplorazione e ricerca nel mondo e dal 2003 ha preso parte o condotto una trentina di spedizioni in Asia e in America Latina, con il sostegno del team venezuelano Theraphosa, ispezionando oltre 60 km di sistemi di grotte mai precedentemente mappati. Nell’ultima spedizione, conclusasi ad aprile in Guyana, ha portato con sé un altro premio Rollex, il saudita Hosam Zowawi, che ha sviluppato un sistema per eseguire dei test più rapidi per individuare i superbatteri, per carpire insieme altri segreti dalle viscere della terra.

Geologo di formazione, laureato e specializzato a Padova con dottorato di geologia a Bologna, Sauro vanta due puntate della serie documentaristica The Dark ed Extreme mountain challenge, prodotte dalla Bbc, dedicate alle sue scoperte nei tepui venezuelani. Per la notevole esperienza maturata come guida in diverse spedizioni estreme, riveste il ruolo di consulente scientifico e istruttore nell’ambito di un programma di formazione dell’Agenzia spaziale europea, che prepara gli astronauti al lavoro di squadra attraverso l’attività di esplorazione delle grotte, un ambiente estremo che ha molte affinità con lo spazio: tra qualche settimana sarà con loro in grotta in Sardegna e poi a Lanzarote, nelle Canarie, per un nuovo progetto di un corso di geologia in collaborazione con l’Università di Padova.

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