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Scuola e innovazione

I ragazzi della Lessinia creano la «finestra magica» per rivivere il passato

La finestra high tech di Mycollego (Costantino)

Ammirare l’Arena con gli occhi di un antico romano? «Si può fare», per usare il motto dell’istituto comprensivo di Bosco Chiesanuova.

La sua squadra di robotica, Mycollego, ha appena messo a punto una «finestra high tech» che consente ai turisti di contemplare dal vero, con l’unico filtro di un sottile schermo trasparente, i monumenti per come si presentavano, in un lontano passato, nel loro pieno splendore. Ad esempio l’anfiteatro veronese, prima che il violento terremoto del 1117 lo spogliasse dell’imponente anello esterno (fatta salva l’ala residua).

La finestra high tech di Mycollego (Costantino)

Con «Imago Verona» - così è stata battezzata l’invenzione - il team di Mycollego, guidato dal coach Emanuele Miliani, professore di Tecnologia, e dalla docente Flavia Bonomi, è pronto a presentarsi, il 16-17 marzo, a Salerno, alla finale della First Lego League Italia: la sfida di robotica e tecnologia per scuole medie e superiori che, nella scorsa edizione, ha visto i ragazzi della Lessinia laurearsi vice campioni nazionali.

Storia, arte, promozione del territorio, fantasia, nuove tecnologie. «Tout se tient» nel lavoro di Mycollego, che festeggia un decennio di attività (2014-2024). E rilancia: dalla Lessinia scende in centro città e coinvolge nuovi sponsor e supporter.

In vista della gara, gli allievi, i docenti, lo staff e i sostenitori della squadra si sono ritrovati, per raccontarsi, a  San Giovanni Lupatoto, nella sede di AQuest: azienda leader nel settore dell’innovazione e nuovo partner tecnico di Mycollego.

Ha spiegato, durante l’incontro, Filippo Franceschetti, uno dei componenti «senior» della squadra, in terza classe dell’istituto Copernico-Pasoli e al quinto anno in Mycollego: «Ci siamo chiesti: cosa potrebbe aiutare le città d’arte, come Verona, a essere più attraenti per i visitatori, offrendo un’esperienza indimenticabile per un pubblico eterogeneo? Valutate tante idee», prosegue, «abbiamo infine identificato il progetto: smettere di immaginare, ma vedere realmente, grazie a uno schermo, i monumenti per come si presentavano nel passato; la nostra Arena prima della perdita dell’anello esterno».

È possibile grazie agli overlay, sistemi che consentono di sovrapporre un’immagine alla realtà tramite uno schermo trasparente.

Alessandro Zambanello, terza media di Bosco, ha incantato i presenti illustrando la complicata genesi del prototipo di Imago, programmando l’interfaccia con Unity, una piattaforma di sviluppo software utilizzata per creare giochi 2D e 3D, esperienze di realtà virtuale e altre applicazioni interattive multipiattaforma.

Il team dei ragazzi ha anche realizzato il video promo del progetto, in collaborazione con il Comune di Verona, i Musei Civici e la Società Letteraria (dove lo spot è stato girato) grazie alla direttrice Daniela Brunelli.

Alla serata, il dirigente dell’Ic di Bosco, Alessio Perpolli, ha rimarcato la sua idea di scuola, dove «il gioco è parte essenziale dell’apprendimento circolare, con una commistione di saperi e con l’apporto da parte di professionisti, che tornano a scuola per arricchirla con la loro esperienza, per renderla qualcosa di attivo, una scuola oltre la scuola».

Ecco i ragazzi di Mycollego: Alessandro Zambanello, Alessia Doardo, Ludovica Albi, Aurora De Vecchi, Ryan Ghedin e Daniele Vinco (alunni delle scuole medie dell’Ic di Bosco); Filippo Franceschetti, Sofia Castagna, Arianna Varalta, Filippo Castagna (studenti under 16 di vari istituti superiori).

Gli sponsor: a Zanini Italia, Forno Bonomi, Dsa Srl si sono da poco aggiunti Different Factory, Start Hub Consulting, While True, Fondazione Just.

Lorenza Costantino

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