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Veneto

Un cane sbranato dai lupi e uno salvato dalla padrona: «In due su di lui, li ho cacciati urlando»

di Lorenza Costantino
Altre due predazioni di cani a Erbezzo nel Veronese, uno è stato salvato. Il sindaco del paese: «La situazione sta sfuggendo di mano»
A destra Shane, il cane salvato dalla sua proprietaria in contrada Staffor a Erbezzo
A destra Shane, il cane salvato dalla sua proprietaria in contrada Staffor a Erbezzo
A destra Shane, il cane salvato dalla sua proprietaria in contrada Staffor a Erbezzo
A destra Shane, il cane salvato dalla sua proprietaria in contrada Staffor a Erbezzo

Un secondo cane è sparito da contrada Staffor, a Erbezzo, domenica sera, verso le 22. Ieri mattina, ne sono stati trovati i resti: ciuffi del suo pelo fulvo sparsi sul prato, nel punto dove conducevano le tracce di sangue che si dipartivano dal gruppo di case, a una distanza di nemmeno cento metri.  «Anche questo sbranato dai lupi», è la denuncia degli abitanti.

E nella notte fra venerdì e sabato, Sabrina Morandini, residente nella vicina contrada Dosso, ha salvato il proprio cane, Shane, dall’attacco di due lupi praticamente sulla scala di casa, sotto cui il meticcio di media taglia e di 11 anni d’età è solito dormire in una cuccia. 

Preoccupazione ad Erbezzo e le predazioni

Ora gli abitanti delle due contrade di Erbezzo sono preoccupati e spaventati: «I lupi non temono più di arrivare a ridosso delle case per predare anche gli animali da compagnia», affermano. Sempre a Staffor, domenica scorsa, la cagnolina di 10 anni Bibi era scomparsa dalla corte di casa tra le 20.30 e le 21. Rincasando dalla stalla, l’allevatore Gabriele l’aveva vista come sempre davanti al portone del garage insieme all’altra loro cucciola, Kiwi, ed era salito in casa per cenare. Mezz’ora dopo, al ritorno di sua figlia Giulia, di Bibi non c’era più segno.

I Massella avevano cercato la cagnolina la sera stessa e poi per tre giorni di seguito, senza esito, fino a quando il fiuto di Kiwi li ha guidati a un centinaio di metri da casa, dove hanno fatto la macabra scoperta: pelo nero sull’erba, un pezzo di coda e una zampa nera rosicchiata per metà. 

Le testimonianze dei proprietari dei cani

E ora, il nuovo caso a Staffor. Un altro meticcio medio-piccolo, dal pelo rossiccio, è sparito dalla cuccia all’aperto dov’era solito dormire, sotto l’abitazione del suo padrone, il quale si trova fuori città per alcuni giorni. Il cagnolino era stato affidato alle cure di una vicina per essere controllato e nutrito; l’altra sera, se ne stava tranquillo nel cortile di casa. Alle 22, gli abitanti di Staffor hanno udito un guaito; quando sono usciti, temendo un’altra predazione, era troppo tardi. La mattina dopo, stesso copione di Bibi: a un centinaio di metri dalla contrada sono stati scoperti i resti del pelo fulvo, annunciati da macchie di sangue. 

Ma se queste incursioni non hanno avuto testimoni, quella a Dosso di venerdì notte è avvenuta sotto gli occhi di Sabrina Morandini. 
«Non riuscivo a dormire a causa del raffreddore», racconta lei. «Verso l’una, ho sentito Shane, il mio cane più anziano, guaire fortissimo, in un modo che non avevo mai sentito. Era un urlo di terrore. Lui non sopporta di dormire al chiuso, nel box, come gli altri miei cani», precisa, «ha la sua cuccia personale nel sottoscala esterno, riparata da una tenda. In dieci secondi ero fuori dalla porta, e la scena che ho visto mi ha scioccata». 

«Ho rischiato»

«Shane, ai piedi della scala, era sovrastato da due lupi che cercavano di azzannarlo e immobilizzarlo, mentre lui si dimenava disperato. Senza pensare che potevo correre un rischio, mi sono slanciata verso il mio cane urlando e battendo le mani per spaventare i lupi, che sono corsi via. Prima di sparire, si sono fermati un attimo sotto un faro. Li ho potuti vedere bene: grossi, anche se mi sono sembrati piuttosto magri», riflette Morandini. «Anche Shane stava per essere sbranato. Invece è salvo, pur dolorante».

Il sindaco

Il sindaco di Erbezzo, Lucio Campedelli, esprime «la frustrazione e il senso di impotenza che, come amministratori comunali, si prova di fronte a questo fenomeno. E anche la preoccupazione che, nonostante le rassicurazioni, prima o poi succeda una disgrazia, con un attacco all’uomo. Infatti», aggiunge, «siamo passati dalle predazioni di capi bestiame nei pascoli aperti e in luoghi impervi alle incursioni nelle contrade, sotto le case, da parte di lupi sempre più temerari. La situazione sta sfuggendo di mano e la politica sembra disinteressarsi ai problemi della gente di montagna», conclude.

 

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