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È morto davanti a moglie e figlie

L’edificio dal quale è precipitato Tiziano Ramponi l’ultimo giorno dell’anno
L’edificio dal quale è precipitato Tiziano Ramponi l’ultimo giorno dell’anno
L’edificio dal quale è precipitato Tiziano Ramponi l’ultimo giorno dell’anno
L’edificio dal quale è precipitato Tiziano Ramponi l’ultimo giorno dell’anno

Bolca è ancora sotto choc per l’incredibile tragedia che si è consumata giovedì 31 dicembre, nelle ultime ore del 2020, in via S. Giovanni Battista dove ha tragicamente perso la vita il sessantaduenne Tiziano Ramponi, uno dei fratelli della nota famiglia di panettieri del paese. È scivolato accidentalmente dal tetto della sua abitazione di tre piani su cui era salito per spalare via la neve che si era accumulata sulla superficie dei pannelli solari. Lo strato nevoso giovedì era particolarmente insidioso, dopo la gelata notturna, e in pochi attimi un drammatico volo da un’altezza di oltre 10 metri lo ha precipitato nel vuoto fino a schiantarsi sul selciato di casa. Non c’è stato nulla da fare per lui, la morte lo ha colto sul colpo nel toccare il suolo. Sotto casa, lo strazio dei familiari, erano lì a rappresentare il terribile epilogo di un’azione che l’uomo avrà compiuto chissà quante volte, quando la neve impediva ai raggi solari di dare energia ai pannelli e lui, imbracciata la pala, saliva sul tetto a liberarli. Ramponi aveva fatto l’operaio per una vita nel settore delle pelli, a Vestenanova, e ultimamente a Chiampo, prima di andare in pensione, solo pochi mesi fa, a maggio. L’uomo lascia la moglie e tre figlie adolescenti, studentesse che frequentano istituti superiori; sono due gemelle di 16 anni e una ragazzina di 14, con le quali aveva pranzato poco prima. «Non lo hanno visto il loro papà, perché la madre le ha subito allontanate mandandole a chiamare gli zii», racconta un’amica di famiglia che ha visto negli occhi delle ragazze tutto il dolore possibile: «Sono disperate e dicono che il loro papà doveva stare con loro, non lasciarle sole». E ancora dalla voce delle amate figlie: «Era un buon papà, non è giusto quello che è successo». Tiziano lascia una famiglia che aveva ancora tantissimo bisogno di lui, della sua presenza, della sua guida e che all’improvviso vede sgretolarsi un mondo di certezze. Giovedì era una giornata soleggiata a Bolca, il fondovalle invece era un mare di nebbia. Le 13 erano da poco passate quando Tiziano aveva deciso di salire sul tetto a sgomberare i pannelli. «Sarà stata l’una e mezza quando ho sentito un tonfo che mi ha allarmato», raccontava giovedì la moglie singhiozzando e con gli occhi fissi su quel lenzuolo steso pietosamente sul lastricato di casa a coprire le il corpo esanime del marito; accanto, la pala che aveva usato, anch’essa spezzata. È toccato proprio a lei far scattare l’allarme e mobilitare i soccorsi, da quell’uscio di casa dove era piombata la disperazione per la sua famiglia. Sono bastati poco più di dieci minuti all’elicottero del Suem per raggiungere il luogo della tragedia, ma i sanitari si sono subito resi conto che per l’uomo non c’era più nulla da fare. Sul posto anche i carabinieri del Comando di San Giovanni Ilarione per i rilievi. Anche il parroco ha raggiunto la famiglia, per darle conforto, l’ultimo saluto a Tiziano, l’ultima preghiera e la benedizione a quella vita teatro di una tragedia. Le esequie si terranno giovedì 7 gennaio. •

Mariella Gugole

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