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SANT'ANNA D'ALFAEDO

Don Benedetti e la sua «isba» sono su Youtube

di Lino Benedetti
Il video sul «prete dal Serè» creato dal regista Giorgio Oppici
L'interno dell'«isba», l'abitazione di don Alberto Benedetti
L'interno dell'«isba», l'abitazione di don Alberto Benedetti
L'interno dell'«isba», l'abitazione di don Alberto Benedetti
L'interno dell'«isba», l'abitazione di don Alberto Benedetti

«Dentro l'isba»: un'idea geniale, quella di raccontare don Alberto Benedetti (1911-1997), «il prete dal Serè», attraverso gli oggetti custoditi nell'isba, come aveva battezzato la sua abitazione di Ceredo, frazione di Sant'Anna d'Alfaedo, che si era costruita senza permessi con le proprie mani, deturpate dal fuoco a seguito dell'esplosione del 12 aprile 1958 (avvenuta mentre stava saldando un attrezzo da lavoro), che fece saltare per aria la canonica e da cui il sacerdote uscì vivo, ma alquanto malconcio.
«Dentro l'isba» è infatti il titolo di un cortometraggio realizzato dal regista Giorgio Oppici, nato nel 1960 a Verona, che dal 1979 si occupa di comunicazione e dal 2012 realizza dei piccoli film, che vengono pubblicati sul web attraverso il canale Youtube.
Molti suoi lavori nascono spontaneamente, con il solo desiderio di dare visibilità a delle storie, come è il caso di «Dentro l'isba» e di dono Benedetti. Ma non è che l'esterno dell'isba non presenti curiosità e interesse.
La facciata sopra l'ingresso al garage l'ha «decorata» con formule fisico-chimiche; con una frase tratta dal dramma «Faust» di Goethe, il poeta tedesco che tanto amava: «Im Anfang war die Tat» (in principio era l'azione); con la teoria della relatività del fisico e matematico tedesco Albert Einstein (1879-1955) e la sua famosa formula E=MC2, dove E sta per energia, M per massa e C al quadrato la velocità della luce; con altri simboli, come quelli della fotosintesi clorofilliana, e via elencando, il cui insieme costituiva per il poliedrico sacerdote la «visione del mondo».
«Ho conosciuto don Alberto Benedetti», confessa Oppici, «leggendo il libro "Il prete dei castagnari" (editrice La Grafica di Vago, 2001), scritto da Alessandro Anderloni, il noto regista e attore di Velo, che si è laureato in Lettere con una tesi proprio sul poliedrico studioso-sacerdote di Ceredo. Sono rimasto attratto da questa figura così particolare, descritta con tanta sensibilità e rispetto».
L'idea di farne un piccolo film a Oppici è venuta leggendo il capitolo dedicato alla casa, l'isba appunto, di questo prete-montanaro, amante della Lessinia.
Contattata al proposito, la nipote Maria si è resa subito disponibile ad aprire la porta dell'isba al regista veronese, che si è concentrato sugli oggetti, raccontandoli in maniera semplice, senza particolare enfasi.
«Nel corso dei miei approfondimenti per intepretare la figura di don Alberto», racconta con entusiasmo Oppici, «mi sono accorto che c'era molto materiale su di lui sparso su diversi siti internet. Di qui», prosegue, «l'idea di creare un sito a lui dedicato (www.donalbertobenedetti.it), che raccogliesse quanto più materiale».
In questa esperienza Oppici ha avuto modo di contattare persone che sono state vicine a don Benedetti e che hanno fatto molto per lui e ancora molto continuano a fare. «Mi auguro», conclude il regista veronese, «che il mio piccolo contributo possa fare piacere anche a loro».

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