Ci vuole coraggio e amore. Sicuramente tanto amore per superare la ripulsa che quel fastidioso pelo che troviamo per casa, sui tappetti e negli angoli delle porte, quei odiosi batuffoli di polvere che girano in tutte le stanze, possano diventare qualcosa di cercato e desiderato. Ecco allora che il sottopelo del proprio cane, spazzolato con cura soprattutto nel cambio di stagione tra la primavera e l’estate, quando avviene naturalmente la muta, diventa un filato morbido e caldo e alla fine anche desiderato e amato. È la storia singolare di un’idea partita da Martina Tomas, allevatrice trentenne di capre di razza cashmere e trasformata in un progetto coinvolgente grazie alla collaborazione del suo compagno Alessio Giavi, titolare di Filiera agricola PrimaVera a Tambre d’Alpago (Belluno). «Pettinavo le mie capre per ricavarne il prezioso sottopelo (il cashmere) che diventa filato», racconta Martina, «e quando sono passata a pettinare Argo, il mio cane pastore della Lessinia e del Lagorai, vedendo che anche il suo sottopelo era fine e soffice, mi sono chiesta perché non ricavare anche da questo un gomitolo da destinare alla lavorazione a maglia». Ma da un solo esemplare è impossibile ricavare chili di materia prima, così Martina ha pensato di coinvolgere la Società italiana Pastore della Lessinia e del Lagorai e chiedere, attraverso la pagina Facebook dell’associazione la collaborazione volontaria dei proprietari do questa razza per conservare quei pochi grammi di sottopelo che a ogni spazzolata si ritrovano fra le mani. «Abbiamo anche coinvolto l’Associazione per la protezione e la tutela della Pecora Brogna, legando così insieme due razze che rischiavano l’estinzione, le pecore e i cani pastore, ed è nata l’idea di unire al sottopelo del cane il 30 per cento di lana e abbiamo mandato il tutto, circa quattro chili di materia grezza, a filare in un’azienda artigiana specializzata, la Lanatura Filati srl di Pedemonte Vicentino, che ci ha restituito due chili scarsi di matasse realizzate con il sottopelo di cane e la lana della pecora Brogna». Dai gomitoli sono nate delle fascette scalda orecchie, lavorate artigianalmente a maglia, sulle quali è stato applicato il logo della Società italiana Pastore della Lessinia e Lagorai, rielaborato graficamente e ricamato dalla Bottega di Glo di Chies d’Alpago. Al tatto è di buona qualità, il colore è grigio, del tutto naturale e chi la indossa assicura di godere di un caldo tepore sulla fronte e alle orecchie: la fascetta di sottopelo di cane (70 per cento) e lana di pecora Brogna (30 per cento) ha raccolto diverse adesioni e il ricavato delle fascette è destinato a «Il Bianco Alleato» (consultabile su gofundme/ilbiancoalleato), per sostenere le spese veterinarie di cani da lavoro e a protezione del bestiame.•.