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COMUNICAZIONI

Cellulari muti, l’esperto: «Lessinia destinata a restare isolata»

Renzo Canteri si affaccia sull’altipiano della Lessinia (Foto Pecora)
Renzo Canteri si affaccia sull’altipiano della Lessinia (Foto Pecora)
Renzo Canteri si affaccia sull’altipiano della Lessinia (Foto Pecora)
Renzo Canteri si affaccia sull’altipiano della Lessinia (Foto Pecora)

«La Lessinia è isolata e probabilmente resterà così in alcune zone. Vi spiego il motivo». Parla con cognizione di causa Renzo Canteri. Dopo aver visto accendersi sulle pagine del nostro giornale il dibattito relativo alle difficoltà di comunicazione con la rete mobile nelle aree montane, sente l’esigenza di fare chiarezza. Non soltanto perché il territorio lo conosce e lo frequenta quotidianamente, abitando in una contrada di Roverè, ma anche perché ritiene necessario affrontare il tema dall’osservatorio della sua professione e insieme della passione di una vita.

 

Perito elettrotecnico di formazione, Canteri opera nel settore delle comunicazioni ormai da decenni, è titolare di alcuni negozi di telefonia e ha pure la patente da radioamatore. Replicando a chi vorrebbe cellulari che ricevono il segnale ovunque e comunque, lancia una provocazione: «Vogliamo spianare i monti e riempire le valli?». Innanzitutto, spiega, è questione di geografia: l’orografia della Lessinia è molto particolare, caratterizzata com’è da rilievi e vallate profonde. Basta osservare una mappa, scorrere il dito dalla val d’Illasi fino alla val d’Adige, per capire che assicurare la copertura del segnale nella totalità di queste zone montane è difficile oltre che impensabile.

 

Prendiamo la tecnologia 5G, le cui onde seguono l’andamento di una linea retta, come un laser: non possono adeguarsi al saliscendi delle alture. Da Roverè, esemplifica, il segnale raggiunge facilmente la pianura più che una valle sperduta. Inoltre un ripetitore per la telefonia mobile, quando presente in un paese, assicura il segnale ma entro un’area limitata. È insomma questione di fisica. «La frequenza è una risorsa limitata che lo Stato italiano dà in concessione. Un gestore se ne aggiudica alcune parti e, avendo l’esigenza di sfruttarle al massimo, decide dove è più conveniente investire economicamente», chiarisce. Accade nell’intero territorio nazionale, di cui i Monti Lessini rappresentano un piccolo punto di un’estesa cartina sulla quale i vari operatori della telefonia mobile scelgono di posizionare strategicamente i ripetitori in base al numero di abitanti o alla presenza di industrie. A svantaggio degli investitori, prosegue, «gioca il fatto che le tariffe italiane sono tra le più basse al mondo, perciò si muovono con prudenza e solamente se intravedono effettivi margini di guadagno». Altrimenti per rientrare negli investimenti dovrebbero alzare le tariffe, scontentando i clienti.

 

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«Non dobbiamo dimenticare», sottolinea il 67enne, «che stiamo parlando di un servizio pubblico gestito da privati». Per chiarire la questione, Canteri invita a fare un passo indietro e ad andare alle origini dei cellulari, che sono nati per assicurare le comunicazioni nelle città, non nelle aree rurali. Figuriamoci in un paese disperso tra le montagne, in cui magari vivono poche persone. «I medici, in passato, usavano un apparecchio chiamato Teledrin», fa notare, «ricevevano cioè una chiamata d’urgenza e dovevano raggiungere una cabina telefonica per comunicare con l’ospedale». Ben altri tempi rispetto a oggi. L’evoluzione repentina nel campo delle tecnologie che c’è stata negli ultimi 10 anni, ulteriormente accelerata dalla pandemia, ha abituato ad essere iperconnessi e sempre raggiungibili. Meglio ancora se le comodità, dall’inviare una fotografia in tempo reale all’effettuare una videochiamata, sono a portata di mano e racchiuse in uno smartphone.

 

A chi sceglie di trasferirsi in un luogo isolato Renzo Canteri suggerisce di informarsi per tempo, specialmente se ha particolari problemi legati alla salute. Ma un fatto è certo: per avere la tranquillità di riuscire a telefonare in ogni momento, più che sperare nell’arrivo del segnale a casa, è opportuno attrezzarsi con la linea fissa o con la fibra che rappresenta il futuro della digitalizzazione sul quale lo Stato italiano ha deciso di riversare importanti risorse, anche in Lessinia. Vantaggi e svantaggi sono da soppesare. Di mezzo c’è, infine, la tematica dell’impatto ambientale. Conclude Renzo Canteri: «Cosa ne sarebbe delle nostre montagne se le riempissimo di antenne, pali, tralicci, ripetitori che dovrebbero essere strutture robuste per resistere alle intemperie?».

 

Anziché rispondere, menziona la pubblicità che una multinazionale della telefonia ha scelto di collocare proprio in rifugio ad alta quota. Il messaggio è un’ottima sintesi: «Goditi la libertà, qui non sei connesso».

Marta Bicego

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