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erbezzo

Migranti, appello dell'Osservatorio: «Isolato e poco servito, il Cas in Lessinia va chiuso»

Attualmente il centro ospita 37 persone. Il sindaco non segnala disagi: «Non ci hanno mai dato problemi e alcuni lavorano». Le associazioni a Mattarella: «Condanna gli ospiti alla depressione». La Prefettura: «Seguiamo le linee guida dell’Ulss 9»
Il Centro di accoglienza straordinaria vicino ad Erbezzo accoglie 37 migranti (Pecora)
Il Centro di accoglienza straordinaria vicino ad Erbezzo accoglie 37 migranti (Pecora)
Il Centro di accoglienza straordinaria vicino ad Erbezzo accoglie 37 migranti (Pecora)
Il Centro di accoglienza straordinaria vicino ad Erbezzo accoglie 37 migranti (Pecora)

Troppo «isolato» e «poco servito». Arriva un nuovo appello per la chiusura del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Erbezzo. Lo lancia, per l’ennesima volta, l’Osservatorio migranti di Verona, a firma del suo coordinatore Daniele Todesco, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e inoltrata al prefetto scaligero, Donato Cafagna.

«Signor presidente», si legge nella missiva, «siamo a chiedere il suo interessamento per una vicenda triste. Il 30 dicembre 2022 abbiamo inviato al prefetto di Verona la nota allegata, al momento ancora senza riscontro, per sollecitare un intervento nella gestione del Cas di località Vaccamozzi, a Erbezzo».

La lettera che riassume la vicenda

«Caro presidente», si prosegue nella lettera, «già tre anni e mezzo fa molte realtà veronesi sottoscrissero quest’appello per chiedere la chiusura di quel Cas, così penalizzante e discriminante, al motto: «Nell’isolamento nessuna accoglienza».

Ricapitolando, nel 2016 l’ex base Nato in località Vaccamozzi, centro di telecomunicazioni a quasi 1.200 metri di quota, risalente alla fine degli anni Sessanta e sotto il controllo del Comando forze alleate del sud Europa era in dismissione e pronta a passare dal demanio militare al Comune di Erbezzo. Ma nel 2017 la Prefettura scelse questo sito per l’allestimento di un Cas, potenzialmente in grado di ospitare 80 richiedenti asilo (numero mai raggiunto).

Le proteste si levarono non solo in paese dove si temeva l’instaurarsi di una realtà troppo impattante su una delle più piccole comunità del Veronese, ma a vasto raggio: una ventina di associazioni, con l’Osservatorio migranti in testa, nel 2019 si rivolse direttamente a Mattarella, affinché ponesse fine a uno dei «peggiori Cas del Veneto per isolamento e carenza di servizi; una lesione dei diritti fondamentali della persona».

Di fatto, questo è ciò che viene invocato ancora oggi, auspicando un cambio di rotta, ora che si avvicina il «cambio di gestione del centro». Scrive Todesco: «Gli ospiti sono, per mesi e anni, accolti in quel posto, fuori da ogni collegamento e possibilità di integrazione, con l’unica alternativa di abbandonare «volontariamente» l’ospitalità, perdendo il diritto ad averne altra malgrado la loro grave situazione di precarietà».

La lettera si conclude: «La Prefettura non può essere la realtà che pratica e sancisce la discriminazione istituzionale, che condanna uomini al confino, all’isolamento, all’inedia e alla depressione facendo passare questo come accoglienza».

Il Comune

Da parte sua il Comune di Erbezzo, pur non essendo coinvolto nell’iniziativa dell’Osservatorio migranti, conferma le criticità: «Fin da subito avevamo segnalato l’isolamento del sito e le relative difficoltà in termini di trasporto, anche sanitario, di necessità logistiche e inserimento sociale», spiega il sindaco di Erbezzo, Lucio Campedelli. E ricorda: «Ci opponemmo alla prospettiva che il Cas potesse arrivare a ospitare 80 migranti. Un numero spropositato, col rischio di far sentire i residenti nei dintorni come estranei a casa propria. La Prefettura ci ascoltò», aggiunge, «tant’è che al centro vengono alloggiate 30-40 persone al massimo. E debbo dire che non hanno mai dato problemi; anzi, alcune di queste lavorano a Erbezzo».

La Prefettura

Ma nello stesso giorno in cui l’appello è spedito a Roma, giunge la replica della Prefettura: «Non è programmata la chiusura del Cas di Erbezzo, che attualmente accoglie 37 individui». Per il rappresentante del governo in città, «la struttura in contrada Vaccamozzi», si aggiunge, «risponde alle linee guida sull’idoneità emanate dall’Ulss 9, da cui è stata visitata, con una verifica effettuata anche dai vigili del fuoco. Gli ospiti, oltre a poter fruire del trasporto pubblico, vengono accompagnati dagli addetti della cooperativa in caso di esigenze amministrative. Inoltre, il collocamento a Erbezzo non ha impedito ad alcuni di loro di trovare lavoro pure sul lago di Garda».

«Questo Cas, di dimensioni medio-piccole, fa parte della rete presente in circa metà dei Comuni del Veronese, secondo il principio dell’accoglienza diffusa, che ormai comunque è basata principalmente sugli appartamenti».

Lorenza Costantino

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