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Val Borago

Decine di migliaia di api in parete, il recupero acrobatico di Riccardo

Riccardo ha recuperato un favo su una parete molto frequentata dagli scalatori in Val Borago
Riccardo Poli e il salvataggio delle api
Riccardo Poli e il salvataggio delle api
Riccardo Poli e il salvataggio delle api
Riccardo Poli e il salvataggio delle api

Recuperi di api sciamate ne ha già fatti molti, su alberi, muri, case, anche con l’ausilio della scala dei pompieri. Ma su una parete di roccia strapiombante, imbragato a dieci metri d’altezza, mai prima d’ora.

Riccardo Poli, apicoltore della Lessinia, è stato protagonista di una cattura di insetti melliferi spettacolare.

 

«Api sulla palestra di arrampicata»

L’allerta era stata lanciata, pochi giorni fa, da un gruppo di climbers. In Val Borago, dove convergono i confini di Verona, Negrar e Grezzana, un grosso sciame aveva pensato bene di accasarsi sulla palestra d’arrampicata sportiva che si trova nella zona della grotta della Calzarega, o del Bandindòn. Trenta-quarantamila insetti riuniti in un favo naturale, costruito in una nicchia rocciosa, lungo la linea di una via attrezzata, assai gettonata dagli appassionati. 
«La situazione in effetti poteva creare qualche rischio», spiega Poli, «se le api, disturbate dalla presenza degli sportivi, avessero punto qualcuno. I ragazzi mi hanno chiesto aiuto per traslocare la colonia, ma la collocazione sulla roccia era proibitiva. Ho guardato in su verso la parete, in alcuni tratti inclinata verso valle, e ho risposto: No, non ce la posso fare».
I climber, però, hanno proposto a Poli di assisterlo nell’ascesa: e così, uno da una parte, uno dall’altra, «facendogli sicura», come si dice nel gergo dell’arrampicata, sono riusciti a farlo salire fino allo sciame, con tanto di tuta protettiva e attrezzatura. 

 

Il recupero del favo


«Il favo era grosso e recente, probabilmente costruito nell’ultimo mese, e senza traccia di miele. Immagino che la colonia si fosse staccata da un alveare nei dintorni; un fenomeno naturale che avviene quando sta per nascere una nuova regina: quella vecchia migra portandosi dietro la sua corte». 
«Piano piano ho staccato il favo dalla roccia per calarlo delicatamente fino a terra», racconta Poli. «Quindi ho individuato la regina e l’ho adagiata dentro una cassetta, dove un po’ alla volta l’hanno seguita tutte le altre api». A sera fatta, Poli ha potuto caricare il nuovo alveare sul suo inconfondibile pick-up (personalizzato dall’artista Cibo) e partire alla volta del suo ricollocamento. Le api della Val Borago hanno trovato una nuova casa a Bosco Chiesanuova, sui terreni della base Nato di Lughezzano, nell’ambito di un progetto di rinaturalizzazione dell’area, condotto in collaborazione con le scuole locali e lo stesso apicoltore. Faranno là il loro primo miele.

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Lorenza Costantino

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