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Selva di Progno

Attenzione ai dettagli e tradizione, accesa la 45ª carbonara di Giazza

di Marta Bicego
Rinnovato l'antico rito tramandato dalle popolazioni cibre. E ora si può vedere anche in webcam
Accesa la 45ª carbonara
Accesa la 45ª carbonara
Accesa la carbonara a Giazza (Bicego)

Ultimi dettagli: foglie e terriccio a ricoprire il grande cumulo. E questa mattina, 6 maggio, con un primo badile pieno di tizzoni ardenti Giorgio Boschi ha acceso la sua quarantacinquesima carbonara nella foresta di Giazza, a Selva di Progno.

Puntuale, al rintocco delle campane delle 8, il carbonaro della Lessinia ha rinnovato l’antico rito tramandato dalle popolazioni cimbre sotto lo sguardo attento di papà Nello e di quanti hanno raggiunto a piedi la radura in località Teldari per prendere parte al rituale dell’accensione.

Segno della croce sulla bocca della catasta di legna, braci e poi pezzetti di legno verde giù per il camino. Gesti iniziali di un procedimento meticoloso che richiede tanta esperienza e una buona dose di pazienza: infatti Giorgio resterà a vegliare giorno e notte per le prossime 72 ore la catasta che ha costruito nel mese di aprile.

Quaranta quintali di legna di faggio, frassino, nocciolo e carpino: pezzi scelti e tagliati con attenzione per realizzare un’opera d’arte che richiede mani sapienti. Tra gli aiutanti c’erano anche quest’anno gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Selva. I ragazzi torneranno nel bosco mercoledì per raccogliere il prezioso combustibile vegetale che la famiglia Boschi utilizza tuttora per preparare alcuni piatti dell’osteria di famiglia.

Tradizione e innovazione

Nel frattempo, seguono l’evento dalla webcam, come del resto possono fare tutti, collegandosi al sito di venetorifugi. 

«È una tradizione che voglio mantenere viva e alla quale tengo molto», esordisce Giorgio, che anno dopo anno non perde l’entusiasmo. Anzi, guarda all’orizzonte del cinquantesimo anniversario: un traguardo, dice, «che sarà da festeggiare». A dargli speranza sono pure l’interesse e l’entusiasmo delle giovani generazioni: diverse scolaresche hanno in programma di raggiungerlo in questi giorni nel bosco.

«E chissà», si lascia sfuggire l’ultimo carbonaro della Lessinia, «che qualcuno non si appassioni e decida di portare avanti questa antica tradizione».

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