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Strade sicure, perché 18 no «Abbiamo altre priorità»

Una strada degradata. La Regione contribuisce alla sistemazioneGiovanni Ruta, sindaco di Albaredo
Una strada degradata. La Regione contribuisce alla sistemazioneGiovanni Ruta, sindaco di Albaredo
Una strada degradata. La Regione contribuisce alla sistemazioneGiovanni Ruta, sindaco di Albaredo
Una strada degradata. La Regione contribuisce alla sistemazioneGiovanni Ruta, sindaco di Albaredo

C'è il Comune che tenta ogni anno, nonostante si dia la precedenza a chi non ha mai usufruito del contributo dal 2016. C'è la cittadina che pur avendo oltre diecimila abitanti, criterio per avere la priorità, invia comunque la domanda e magari porta a casa qualcosa. Ma c'è anche il paese che non ha mai partecipato al bando regionale per gli interventi di sicurezza stradale, dal 2016 a oggi. Nel Veronese sono i 18 centri, per le motivazioni più disparate: carenza di personale o di denaro, o non convenienza perché c'è troppo lavoro per rischiare di non ottenere fondi. Ma dietro alla non presentazione della domanda ci sono anche scelte strategiche o politiche. È il caso di San Giovanni Lupatoto. «È una decisione strategica, preferiamo concentrarci su bandi per cifre più rilevanti per altri settori», spiega il sindaco Attilio Gastaldello. «Per gli interventi di sicurezza stradale, infatti, abbiamo una riserva ben più sostanziosa di quella derivante dai bandi che è quella dei proventi dalla violazione del codice della strada che deriva dall'autovelox sulla Transpolesana». Il sistema di controllo della velocità porta diversi milioni di euro in cassa tanto che nell'ultimo mandato di Gastaldello sono state fatte opere di sicurezza stradale per sei milioni di euro. «Per questo preferiamo concentrarci su altri settori partecipando a tutti i bandi possibili: regionali, ministeriali, europei e ora sul Pnrr per il quale abbiamo presentato domande per cinque milioni». Si concentra sui contributi per l'efficientamento energetico, invece, Giuseppe Zardini, sindaco di Marano di Valpolicella: «Non abbiamo particolari punti ad alta incidentalità e lasciamo che concorrano Comuni che magari hanno necessità. Noi puntiamo su bandi nell'ambito dell'energia». Questioni di scelte politiche anche a Soave che ora, però, con il nuovo sindaco Matteo Pressi vede un cambio di passo: «Stiamo partecipando a bandi ministeriali per le infrastrutture, regionali, di Cariverona e del Gal. Forse in precedenza non si è fatto perché Soave ha una buona disponibilità economica». Riassume, invece, in tre motivi la sua mancata partecipazione - ma è una situazione comune ad altri paesi - il sindaco di Sona Gianluigi Mazzi, anche presidente della Conferenza dei sindaci dell'Ulss9. «Da un lato c'è una ricchezza di bandi e possibilità di finanziamenti in cui oggi a farla da padrone è il Pnrr. Questa sovrapposizione può sembrare positiva, ma non sempre un Comune ha le risorse per partecipare». È una carenza di risorse umane perché gli uffici sono oberati di lavoro e le procedure di accesso ai bandi sono lunghe e macchinose «e con scadenze molto strette». Ma è anche una questione economica: una volta ottenuto il finanziamento regionale un Comune deve avere i fondi per compartecipare alla spesa e coprire l'intera somma. «Inoltre, a causa del Superbonus non troviamo più progettisti. Infine occorrerebbe una maggiore puntualità informativa della Regione». Tra i Comuni che non hanno partecipato mai al bando regionale ci sono anche Bosco Chiesanuova e Ferrara di Monte Baldo (oggi commissariata), Buttapietra, Concamarise e Veronella, Peschiera e Rivoli, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Zevio, Nogarole Rocca e Vigasio, Trevenzuolo e Sorgà. •.

Maria Vittoria Adami

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