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Bussolengo

L'amore (quasi) di titanio di Filomena e Rocco. «Ogni giorno è occasione di festa, da 69 anni»

Si sono sposati il 20 aprile 1955. Lei ha 88 anni e lui 101 e spiega: «Ho conosciuto Verona da militare e ho deciso che ci sarei tornato»
Filomena e Rocco nella loro casa di Bussolengo. Sono insieme da 69 anni (foto Pecora)
Filomena e Rocco nella loro casa di Bussolengo. Sono insieme da 69 anni (foto Pecora)
Filomena e Rocco nella loro casa di Bussolengo. Sono insieme da 69 anni (foto Pecora)
Filomena e Rocco nella loro casa di Bussolengo. Sono insieme da 69 anni (foto Pecora)

Un fidanzamento lampo, durato pochissimi mesi. Seguito da un matrimonio, celebrato il 20 aprile 1955, che dura ancora oggi. È quello di Rocco Lionetti, 101 anni, e Filomena Simone, 88, che sabato hanno festeggiato 69 anni d’amore e vita condivisa. Superate le nozze di platino e a un passo da quelle di titanio che ricorrono nel 2025, Rocco e signora si sono detti: «Perché aspettare? Ogni anno è buono, alla nostra età, per fare festa. Anche perché», dicono col sorriso, «ci vogliamo bene come il primo giorno».

I festeggiamenti sono avvenuti in famiglia, in cui si contano i tre figli Angela, Lucia e Michele, sei nipoti e tre pro nipoti. Il regno Rocco, memoria di ferro e gran parlantina, detiene un bel primato personale. Dall’alto dei suoi 101 anni compiuti lo scorso 2 gennaio, e portati con brio, è il cittadino più longevo di Bussolengo e come tale ha ricevuto pergamena e complimenti pure dal sindaco Roberto Brizzi. Ha avuto la patente di guida fino a 99 anni e vive solo con la moglie Filomena, ma comunque sotto lo sguardo attento e con le cure amorevoli dei figli che non li perdono mai di vista.

Il regno della coppia è una villetta con giardino acquistata a suon di sacrifici negli anni Settanta, dove qualche volta Rocco ama ancora badare alle piante e curare le rose. Originari entrambi della Basilicata, lui di Genzano di Lucania e lei di Banzi, sempre in provincia di Potenza, hanno vissuto molti anni in Germania e in seguito si sono stabiliti nel Veronese. «I primi anni sono stati duri, ci facevano sentire stranieri, ma poi col passare del tempo è andata meglio», racconta la coppia.

 

Le origini

Ha sgobbato e lavorato tanto, Rocco. A Genzano era l’unico maschio su cinque figli, in una famiglia contadina e povera in cui il padre comandava in tutto e per tutto. «Ho iniziato a nove anni, al suo fianco, nei campi», ricorda. «Ma non mi è stato regalato nulla, anzi. Quello che ho costruito me lo sono guadagnato da solo, insieme alla mia Filomena».

Nel narrare storie di molti decenni anni fa, dall’infanzia a quando era soldato durante la seconda guerra mondiale, dalla prigionia in Africa al trasferimento da emigrato in Germania, fino alla nascita dei figli e alla nuova casa a Bussolengo, l’ultra centenario non perde un colpo. Guai a distrarsi, mentre ne ascolti i racconti: lui se ne accorge subito e ti riprende, anche. «Guardi che così poi perde il filo», dice in modo benevolo, come un nonno a una nipote un po’ distratta. Lui, il filo, non lo perde mai. «Ricordo tutto benissimo, che ci posso fare?», osserva, spiritoso.

Per spiegare il suo legame come Verona parte dagli anni in cui vi fece il militare nel 1942, appena diciottenne, nell’Ottavo Bersaglieri. «Fu tra una marcia e l’altra, da Montorio alle Torricelle, che mi innamorai di questa città e mi ripromisi di tornarci», afferma Lionetti. Poco dopo i primi mesi di leva, però, fu spedito in guerra. Finì prima in Sicilia e poi in Tunisia, tra bombardamenti e campi di fortuna dove non c’era nulla da mangiare. «Solo un po’ d’acqua, a volte nemmeno quella», continua.

 

Avventure

Fu catturato dagli angloamericani, ma se l’è sempre cavata. Si è improvvisato cuoco, pasticcere e autista per gli ufficiali, pur di tirare avanti alla meglio. Giocò persino a pallone, ad Algeri, in una partita improvvisata tra italiani e inglesi. Dopo la Liberazione, il rimpatrio è complicato e ci vogliono mesi per ritornare a Genzano. A gennaio del 1955 conosce Filomena, ad aprile si sposano. E non si lasciano più. Nel 1959 Rocco parte per la Germania da solo, in cerca di lavoro, e l’anno dopo lo raggiunge anche la moglie. Arrivano i figli, la famiglia si allarga. Nel 1973 il trasloco a Bussolengo. «E siamo ancora qua», sorride la coppia.

Camilla Madinelli

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