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La questione

Ripopolare la montagna veronese? «Senza risorse, la fantasia non basta»

Sulla scia della notizia riguardante la famiglia veronese Greco (padre madre e quattro figli), trasferitasi a Luserna - dove la Provincia autonoma di Trento ha concesso gratis alloggi popolari a genitori con bimbi piccoli, siamo andati a vedere che cosa si fa, sulle nostre «terre alte», contro lo spopolamento.
Lessinia. Immagine panoramica di archivio di case disabitate nel paese cimbro di Giazza nel comune di Selva di Progno
Lessinia. Immagine panoramica di archivio di case disabitate nel paese cimbro di Giazza nel comune di Selva di Progno
Lessinia. Immagine panoramica di archivio di case disabitate nel paese cimbro di Giazza nel comune di Selva di Progno
Lessinia. Immagine panoramica di archivio di case disabitate nel paese cimbro di Giazza nel comune di Selva di Progno

C’è chi ha deciso di concedere un contributo in denaro alle famiglie per ogni nuovo nato. E chi invece rinforza i trasporti per i residenti, ad esempio predisponendo bus navette a collegamento delle località più periferiche. Chi, ancora paga libri e materiali ai propri studenti, o li sostiene con borse di studio. Chi, infine, allestisce postazioni per lo smart working negli spazi pubblici.

Sulla scia della notizia riguardante la famiglia veronese Greco (padre madre e quattro figli), trasferitasi a Luserna - dove la Provincia autonoma di Trento ha concesso gratis, tramite bando, alloggi popolari a genitori con bimbi piccoli, purché siano disposti a insediarsi nei paesini montani - siamo andati a vedere che cosa si fa, sulle nostre «terre alte», contro lo spopolamento.

Premessa

Come anticipano i sindaci dei piccoli Comuni fra Baldo e Lessinia, ovviamente, ma è bene ricordarlo, «la montagna veronese non è la montagna trentina». Per risorse economiche pubbliche, soprattutto: una carenza di fondi che, nel Veronese, frena non poco la «creatività» e le possibilità di manovra delle amministrazioni locali. Ed è bene, per quanto possa apparire ripetitivo, ricordare anche che la Provincia di Trento, oltre ai finanziamenti ha una sua Autonomia completamente sconosciuta a quella di Verona. E i contributi per i Comuni confinanti (ex Odi), che pure sostengono otto municipi scaligeri, «sono vincolati alla realizzazione di opere, e non possono essere usati per il sostegno diretto alla popolazione».

La situazione scaligera

Mentre dunque, in Trentino, il progetto di ripopolamento della «montagna periferica» ha già attirato sul territorio decine di giovani famiglie e sta per passare alla fase due - coinvolgere i proprietari privati, invogliandoli ad affittare a nuovi residenti le case inutilizzate attraverso a un contributo pubblico sull’affitto - a Verona si fa ciò che i bilanci comunali consentono. Ottenendo, comunque, qualche risultato.

Brentino Belluno

Il comune alle pendici del Bando ha 1.370 abitanti e un aumento demografico del 5% dal periodo del Covid in poi. «Il Comune elargisce 500 euro alle famiglie per ogni nuovo nato; paga i libri delle scuole medie per gli studenti del territorio, oltre a finanziare borse di studio. Le nuove attività imprenditoriali da noi ricevono un contributo di 2mila euro: negli ultimi tre anni ne abbiamo sostenute 30», elenca il sindaco, Alberto Mazzurana.

«Sono piccole cose rispetto alle difficoltà che i cittadini incontrano per vivere in un Comune montano, ma è comunque un segno di vicinanza. Siamo ripagati con una lieve, ma incoraggiante, inversione di rotta demografica».

Ferrara di Monte Baldo

Qui gli i residenti sono 252, E la sindaca Carla Giacomazzi commenta: «Il prerequisito per attirare nuovi abitanti, e mantenere i presenti, è riuscire a offrire servizi. Non è facile con le risorse e le difficoltà tipiche della montagna. Cerchiamo di agganciare nuovi fenomeni, per esempio l’affermarsi del lavoro a distanza dopo lo scoppio pandemico. Per questo stiamo progettando un ostello comunale con aree per lo smart working. Qualcuno si è già trasferito qui», sottolinea, «ma non con i bambini: per le famiglie è ancora un po’ complicato».

Sant’Anna d’Alfaedo

Raffaello Campostrini, primo cittadino del paese che ha 2.500 abitanti, conferma: «La nostra sfida, resa più ardua dall’aumento dei costi, è facilitare la vita dei nostri cittadini, attraverso la creazione di servizi, in modo che la bellezza di vivere in montagna, in mezzo alla natura, con poco traffico, e con un senso della comunità ancora molto forte, superi le inevitabili difficoltà logistiche». Un esempio:

«Abbiamo in progetto di trasformare un’ex scuola in "Casa che cura", una residenza per persone fragili, ma autosufficienti, che non riescano più a vivere da sole in contrade isolate. La soluzione consentirà loro di restare a Sant’Anna, senza scendere in pianura».

Bosco Chiesanuova

La perla della lessinia ha 3.600 abitanti, il sindaco Claudio Melotti precisa: «È vero che riceviamo i fondi per i Comuni di confine, ma sono vincolati a opere. Ed è inutile fare opere, per esempio nuovi impianti sportivi, se poi restano spente a causa di risorse insufficienti per le spese correnti, con cui si pagano bollette e manutenzioni. Ecco perché abbiamo chiesto di dirottare su queste ultime almeno il 20% dei fondi ex Odi. Anche questo è un punto importante».

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