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Giovani di successo

Pietro Maria Picogna citato da Forbes a soli 25 anni per la sua «Pack»

La start up del giovane di Bussolengo fornisce formazione digitalizzata per aziende grazie a una app ed è in continua crescita
Amministratore delegato Pietro Maria Picogna ha fondato la start up Pack
Amministratore delegato Pietro Maria Picogna ha fondato la start up Pack
Amministratore delegato Pietro Maria Picogna ha fondato la start up Pack
Amministratore delegato Pietro Maria Picogna ha fondato la start up Pack

Una citazione su Forbes Italia a soli 25 anni non è cosa che capiti a tutti. L’edizione italiana della più famosa rivista di cultura economica, leadership imprenditoriale e innovazione ha inserito un giovane veronese nella classifica 2024 degli under 30 di maggiore successo, sezione Tecnologia. 

Si chiama Pietro Maria Picogna, nato a Bussolengo nel 1999 e cresciuto a Borgo Trento. Laurea triennale in Business and Economics conseguita fra Bologna e Buenos Aires; poi un master in Management internazionale fra Belgio, Polonia e Stati Uniti; cinque lingue parlate. E infine, ancor prima di completare il percorso di studi, la creazione di Pack: azienda tecnologica per il miglioramento formativo delle risorse umane, fondata insieme al socio Giacomo Gentili di Rimini, 28 anni, pure lui nella classifica di Forbes. 

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Start-up per la formazione aziendale accessibile

Partita come start-up con base in Italia da poco più di un anno, Pack ha già lavorato con importanti aziende italiane ed estere, fra cui Leroy Merlin, Allianz, Agos, Enav, Rigoni di Asiago.  Ma di cosa si tratta, nel dettaglio? Spiegazione per profani con pochi anglicismi: «La nostra missione», afferma Pietro Maria Picogna, amministratore delegato di Pack, «è rendere accessibile la formazione aziendale a tutti, anche ai lavoratori che finora ne erano rimasti tagliati fuori per vari motivi, soprattutto per i costi dei corsi. Lo facciamo grazie al digitale: la app di mentoring e coaching aziendale da noi sviluppata sfrutta l’intelligenza artificiale per fornire contenuti personalizzati di alta qualità a costi abbordabili». 

«Quella che abbiamo lanciato è la democratizzazione della formazione professionale , dello sviluppo dei talenti in azienda e della crescita personale, con focus che riguardano anche temi di attualità, contenuti nell’Agenda 30, come pari opportunità, empowerment femminile. Crediamo nell’ impresa etica», aggiunge Picogna, dall’ufficio berlinese di Pack (un altro è a Barcellona). 

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Come si è accesa la «lampadina» che ha portato alla nascita di Pack, ora in continua crescita, e perciò guardata con attenzione da Forbes e da multinazionali di tutto il mondo? «Ci eravamo resi conto che sono ancora pochissime le aziende al mondo che stanno investendo nella digitalizzazione dei propri processi di valorizzazione delle risorse umane», risponde Picogna. 

E come si è riusciti a concretizzare l’idea? «Il mio socio e co-fondatore, Giacomo Gentili, è un mentor certificato. Questo ci ha aiutati a imboccare la direzione giusta. Ma il merito è molto della squadra, forte, che formiamo con i nostri collaboratori, mentor e sviluppatori». 

Non solo. C’è un percorso umano all’inizio di questa avventura: un periodo come volontario negli orfanatrofi in India che Picogna ha trascorso, quando ancora studiava all’università: «Sentivo di dover dare qualcosa al mondo», racconta, «e l’aspetto che mi aveva colpito più di tutto era la difficoltà di accesso dei bambini svantaggiati all’istruzione, che da noi si dà per scontata. Sicuramente, quando Pack si svilupperà ulteriormente, questo sarà un ambito su cui vorremo andare a incidere».

 

Lorenza Costantino

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