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Vicenza

Pfas, le difese dei manager: «Questo processo è nullo»

La Corte d’assise di Vicenza durante l’udienza di ieri
La Corte d’assise di Vicenza durante l’udienza di ieri
La Corte d’assise di Vicenza durante l’udienza di ieri
La Corte d’assise di Vicenza durante l’udienza di ieri

Prime schermaglie al processo per l’inquinamento da Pfas. Alle tante eccezioni presentate dalle difese degli imputati non hanno mancato di rispondere i pubblici ministeri Barbara De Murari e Roderich Blattner e i rappresentanti delle centinaia di parti civili hanno iniziato ad affilare le armi in vista dell’udienza straordinaria che si svolgerà fra due settimane. Un vero e proprio fuoco di fila delle difese dei 15 manager e dirigenti dell’azienda chimica Miteni di Trissino, che è considerata la fonte della contaminazione, ha caratterizzato l’udienza di ieri, che ha visto per più di cinque ore alternarsi negli interventi i difensori degli imputati e dei responsabili civili.

Hanno proposto, spesso con lunghi interventi, tesi che avevano come costante tema di fondo la contrarietà alle decisioni prese dal giudice per l’udienza preliminare Roberto Venditti, che ha disposto l’ampio e diversificato elenco dei rinvii a giudizio. Le difese hanno chiesto l’estromissione di buona parte delle parti civili. Delle associazioni, perché a loro avviso sarebbero escluse dalla legge, pur essendoci una giurisprudenza favorevole alla loro presenza, degli enti, dei sindacati e di larga parte dei singoli cittadini. Fra le pochissime realtà di cui non è stata messa in dubbio la titolarità a costituirsi le società del servizio idrico integrato.

I rappresentanti degli imputati hanno poi chiesto l’adozione di provvedimenti che avrebbero l’effetto di portare addirittura alla fine prematura del processo. Richieste che avevano peraltro già formulato in sede di udienza preliminare e che non erano state accolte. C’è chi ha parlato di citazioni in giudizio nulle e di processo non regolare perché riguardante fatti che erano già stati oggetto di una prima archiviazione, chi ha sostenuto la non responsabilità di alcuni imputati e dei responsabili civili e chi ha affermato che i giudici non hanno competenza – la giuria è presieduta da Antonella Crea, con giudice a latere Chiara Cuzzi e con la presenza di otto giudici popolari – perché essi risiedono nell’area contaminata e, quindi, potrebbero a loro volta costituirsi parte civile.

I pm hanno risposto confermando la correttezza della riunione dei procedimenti che ha portato al processo attuale, così come la proposizione di una nuova inchiesta dopo quella archiviata, perché la prima era contro ignoti e la seconda con imputati reali, ed hanno affermato che vanno rigettate anche le richieste di trasferire il processo in altra sede o di rivederne la convocazione. Con l’unica eccezione dell’avvocato dei Ministeri di Ambiente e Salute, il quale ha da subito precisato che la presenza del secondo non poteva essere messa in discussione, i rappresentanti delle altre parti civili hanno chiesto di poter avere il tempo di leggere le memorie presentate prima di potersi esprimere. Così la seduta è stata aggiornata a giovedì 30 settembre alle 9.30, giorno in cui dovrebbero arrivare le decisioni su tutte le questioni preliminari.•.

Luca Fiorin

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