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Delitto di Bussolengo

Marito ucciso a martellate. Nelle chat con le amiche la moglie scriveva: «Lo ammazzo»

di Manuela Trevisani
Per la procura è omicidio volontario. Edlaine Ferreira ritenuta capace di intendere e volere, rischia l'ergastolo
Edlaine Ferreira
Edlaine Ferreira
Edlaine Ferreira
Edlaine Ferreira

Rischia l’ergastolo Edlaine Ferreira, la trentasettenne brasiliana accusata di aver ucciso il marito Francesco Vetrioli, autotrasportatore di 37 anni, la notte del 20 luglio 2022 nella loro casa di Bussolengo, in via San Valentino.

Nei giorni scorsi il pubblico ministero Carlo Boranga, titolare dell’inchiesta, ha concluso le indagini, scrivendo nero su bianco le accuse rivolte alla donna. Secondo gli inquirenti, Ferreira avrebbe aggredito il marito in camera da letto, mentre stava dormendo, colpendolo in testa per quattro volte con un martello da carpentiere e poi al torace e alla schiena con un coltello da cucina per 18 volte, provocandone così la morte.

 

La premeditazione

Un omicidio volontario, secondo la procura, con ben tre aggravanti: l’aver commesso il fatto contro il marito, aver approfittato di circostanze tali da ostacolarne la difesa, ovvero mentre Francesco stava dormendo, e infine la premeditazione. Subito dopo l’omicidio, infatti, il pubblico ministero Boranga aveva fatto sequestrare lo smartphone, il tablet e tutti i dispositivi elettronici della donna: dall’analisi delle conversazioni con le amiche sarebbe emerso un forte astio della trentasettenne nei confronti del marito e alle stesse amiche lei avrebbe rivelato, prima del delitto, l’intenzione di ammazzarlo. «Lo uccido», avrebbe scritto nelle chat alle amiche. Di qui l’aggravante della premeditazione: un’aggravante che ha un peso specifico elevato, perché rischia di precludere alla trentasettenne la possibilità di chiedere riti alternativi. Con l’inevitabile conseguenza, nel caso di condanna, di vedersi infliggere il «fine pena mai».

 

La perizia psichiatrica

I legali della Ferreira, Maurizio e Filippo Milan, hanno provato a giocarsi la carta dell’infermità mentale. Lo scorso dicembre avevano chiesto, e ottenuto, dal giudice per le indagini preliminari una perizia psichiatrica, sostenendo che una meningite avuta dalla donna nel 2006 avrebbe di fatto potuto compromettere le sue facoltà mentali. La consulenza, tramite incidente probatorio, era stata affidata al perito Pietro Lucarini. L’esperto, dopo aver studiato il caso e la psiche della donna, ha ritenuto che la Ferreira sia totalmente capace di intendere e di volere, sia adesso che al momento dei fatti. Nessuna infermità, dunque. Nessun appiglio più per la donna.

 

Matrimonio e documenti

La coppia si conosceva da alcuni anni e nell’aprile del 2022, tre mesi prima dell’omicidio, i due si erano sposati in Comune a Bussolengo, con rito civile. Un matrimonio «di convenienza», aveva riferito lei dopo il delitto, dicendo di aver sposato l’autotrasportatore trentasettenne solo per poter regolarizzare la sua posizione nel Paese. La donna infatti, madre di due figli, si trovava illegalmente in Italia ed era in attesa di rimpatrio: nei suoi confronti era già stato emesso un decreto di espulsione dalla Prefettura di Parma, che le aveva anche ritirato il passaporto in aprile. Tuttavia Ferreira era nella «peculiare condizione» di avere un altro passaporto, rilasciato dal Consolato generale del Brasile in Milano (nonostante non ci sia mai stata denuncia di smarrimento del primo).

 

Confessione e illazioni

Era stata la stessa Ferreira, alcune ore dopo l’omicidio, a presentarsi spontaneamente dalla polizia municipale di Bussolengo per raccontare quanto successo. «Francesco è da sempre un uomo violento e geloso, non mi lasciava uscire di casa se non insieme a lui. Se uscivo da sola e non gli davo tutti i dettagli di dove ero stata e con chi, si arrabbiava e mi picchiava», aveva detto poi ai carabinieri. Una versione che si discosta da quella dei familiari, ma anche di molti amici di Francesco Vetrioli, che lo dipingono tutti come un bravo ragazzo, incapace di far male a qualcuno.

 

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