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Domenica 28 maggio

I ragazzi del '43 di Bussolengo festeggiano gli ottant'anni

Il gruppo in mezzo secolo di attività, ha finanziato restauri nelle chiese locali e aiutato popolazioni sudamericane
La classe del 1943 di Bussolengo
La classe del 1943 di Bussolengo
La classe del 1943 di Bussolengo
La classe del 1943 di Bussolengo

La classe del 1943 di Bussolengo celebra gli ottant’anni domenica 28 maggio. Il programma prevede la messa di ringraziamento in Santa Maria Maggiore alle 10 e, al termine, in Piazza XXVI Aprile, l’offerta dei fiori al monumento della Madonna. Segue bicchierata per tutti.

La classe del ’43, con un’ottantina di coscritti, è una vera istituzione di Bussolengo ed opera su vari fronti. Recentemente ha raccolto in un volume immagini e articoli che documentano più di 50 anni di attività animata dal presidente Riccardo Caliari, da Giorgio Leoni, Gilberto Dal Cortivo e Angelo Pinali.

«Il nostro modo di stare assieme - racconta Francesco Lonardi, il factotum del gruppo - non si limita ad un incontro annuale, ma riusciamo a ritrovarci spesso in riunioni conviviali per progettare le attività, tutte rigorosamente autofinanziate». È così che è nato nel 1996, anche per impulso dei parroci di allora, monsignor Luigi Magrinelli e don Carlo Castagnedi, il piano per il restauro delle 13 tele della chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, tra cui spicca “L’ultima cena” di G.B. Lanceni.

Ancora, con il sostegno del compianto padre Giovanni Semenzin e di padre Felice Arlone, le cure della classe del ’43 si sono rivolte poi ai 14 quadri della Via Crucis del santuario della Madre del perpetuo soccorso, opera di Johann Entfelder, proveniente da Watz in Tirolo, che è stata integralmente recuperata. A questo va aggiunto l’aiuto per la costruzione di una chiesa nuova in Indonesia, dove operava padre Franco Zocca, anche lui della classe del ’43”. Conclude Giorgio Leoni: «Abbiamo partecipato a tante campagne umanitarie e di aiuto alle popolazioni in via di sviluppo in Paraguay e altri stati dell’America Latina. La nostra classe finalizza le cene ad uno scopo benefico e questo ci mantiene vivi e sempre attivi, con un occhio di riguardo al nostro paese di Bussolengo che guarda sempre con grande favore e simpatia alle nostre iniziative».

Lino Cattabianchi

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