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religione e NUOVE TECNOLOGIE/1

La confessione di don Tik Tok: «Giocavo online otto ore di fila, poi ho capito che stavo sprecando il mio tempo»

Don Mazzai: «Passare così le mie giornate non mi lasciava bei ricordi, come invece con viaggi, esperienze, incontri». E i consigli ai ragazzi: «Fate qualcosa per gli altri»
Don Ambrogio Mazzai, il prete veronese conosciuto come Don Tik Tok
Don Ambrogio Mazzai, il prete veronese conosciuto come Don Tik Tok
Don Ambrogio Mazzai, il prete veronese conosciuto come Don Tik Tok
Don Ambrogio Mazzai, il prete veronese conosciuto come Don Tik Tok

La vita vera e la vita virtuale, altrettanto vera per bambini e ragazzi d’oggi nativi digitali, cresciuti a pane e tablet. L’una legata all’altra, nel bene e nel male. E con conseguenze reali a scuola, in famiglia, con gli amici quando tecnologia, smartphone, connessione internet, video giochi e social prendono il sopravvento e diventano una pericolosa o fuorviante dipendenza.

La confessione: «Da ragazzo ore sui social senza pause, nemmeno per mangiare»

«Da ragazzo trascorrevo molte ore di seguito ai video giochi, anche otto, senza mai una pausa. Nemmeno per mangiare», afferma il prete veronese Ambrogio Mazzai, a Cavaion, davanti a decine di bambini e ragazzi, genitori, insegnanti, amministratori, educatori. Parla schietto durante l’incontro serale «I giovani e la sicurezza nel reale e nel virtuale», promosso dall’associazione Gli Invisibili.

«Mi divertivo tanto, il tempo scorreva veloce e la sera ero stanco morto», continua don Mazzai. Ha 31 anni e 350mila follower su Tik Tok, il social più amato dai giovanissimi. Così tanti da avergli fatto conquistare il titolo di «don Tik Tok».

La sensazione di sprecare tempo

Bimbi e adolescenti sono tutt’orecchi, nella sala civica Turri gremita. Il pubblico degli adulti pure. La curiosità è tanta: a furia di «video giocare», com’è finita? «Ho capito che stavo sprecando il mio tempo», spiega il prete, comunicatore nato oltre che studente di questa materia all’università. «Ho iniziato a sentirmi inutile, a provare la brutta sensazione di non aver fatto nulla di buono. Passare così le mie giornate non mi lasciava alcun bel ricordo, come invece accade con viaggi, esperienze, incontri».

Il consiglio del prete (dal 2016) e tiktoker (dal 2021): «Fate qualcosa per gli altri»

Quindi il sacerdote cresciuto alla Croce Bianca, a Verona, prete dal 2016 e tiktoker dal 2021, dispensa consigli. Ai genitori: «Per far crescere bene i vostri figli non pensate a bloccarli, piuttosto osate, proponete loro qualcosa di grande. Dategli alternative».

Ai ragazzi: «Fate qualcosa per gli altri, fate volontariato. Dedicatevi allo sport, crescerete anche sani e forti. Oppure alla musica o all’arte».

L’incontro  Don Tik Tok, il sacerdote veronese Ambrogio Mazzai, in mezzo a un folto pubblico alla serata su «I giovani e la sicurezza nel reale e nel virtuale»   FOTO PECORAApplausi  Un momento di spettacolo durante la serata
L’incontro Don Tik Tok, il sacerdote veronese Ambrogio Mazzai, in mezzo a un folto pubblico alla serata su «I giovani e la sicurezza nel reale e nel virtuale» FOTO PECORAApplausi Un momento di spettacolo durante la serata

Influencer con la tonaca

Intanto, don Mazzai su Tik Tok pubblica video in cui diffonde il Vangelo e i valori cristiani, parla della vita dei santi, risponde ai quesiti più disparati sulla fede, interagisce. Da vero influencer, ma con la tonaca.

Ha scritto anche un libro, «Upsy Daisy, le domande che non hai mai fatto a un prete», pubblicato a fine novembre da Tau. È esaurito a ogni ristampa.

«Io l’ho cercato ovunque, anche nelle librerie di Como», conferma Maria Mogavero, docente alla primaria di Cavaion e referente dell’I.C. Fracastoro (Cavaion-Affi-Pastrengo) per bullismo e cyberbullismo. Don Tik Tok ha parlato per ultimo durante la serata su educazione digitale e sicurezza che ha registrato il tutto esaurito. A riprova di quanto sia sentita la necessità di educare bambini e adolescenti a un buon uso della tecnologia, facendo comprendere loro i rischi che si corrono in internet e le conseguenze della dipendenza, a dettare regole utili a non incappare in pericoli.

I consigli per i genitori

«Non deve essere mai lo strumento a comandare, lo smartphone o il video gioco, ma il nostro cervello», ha spiegato la psicologa Giuliana Guadagnini. E a mamme e papà: «Siate coerenti, stabilite regole su tempi e modi d’uso del cellulare, controllate dove navigano e chi incontrano i vostri figli in rete».

Oltre a loro, hanno parlato: il vice presidente della Provincia David Di Michele; la presidente de Gli Invisibili, Alessandra Zaghi; il presidente provinciale del Ctg e vice preside al Fracastoro, Fabio Salandini; il socio del Rotary club Verona Nord Lorenzo Sartori; il consigliere comunale cavaionese Niki Leonetti. «I ragazzi hanno sete, parliamo con loro ed educhiamoli al rispetto», afferma Leonetti. «Hanno tanto da dire, ascoltiamoli».

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Camilla Madinelli

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