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san giovanni lupatoto

Murale cancellato e poi rifatto sul muretto della scuola: «pace fatta» tra Cibo e sindaco

Il Tribunale archivia il procedimento per deturpamento di cose altrui che vedeva opposti artista e Comune
Il muretto delle scuole Cesari dove è comparso ed è stato cancellato il murales
Il muretto delle scuole Cesari dove è comparso ed è stato cancellato il murales
Il muretto delle scuole Cesari dove è comparso ed è stato cancellato il murales
Il muretto delle scuole Cesari dove è comparso ed è stato cancellato il murales

Sei mesi di lavoro per «vestire» coi suoi coloratissimi frutti il muretto perimetrale del cortile della scuola Cesari, cinque ore sufficienti al Comune di San Giovanni Lupatoto per farlo sparire sotto una mano di vernice color asfalto, l’artista che risponde ripartendo da zero «pur di mantenere la promessa fatta ai bambini».

Poco meno di tre anni dopo la denuncia che seguì quei fatti, il Tribunale di Verona decide l’archiviazione del procedimento in cui il writer lupatotino Pier Paolo Spinazzè, in arte Cibo, era stato chiamato a rispondere, dal Comune di San Giovanni Lupatoto, del reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui.

La vicenda

Per Spinazzè, che all’ordinanza di archiviazione dell’ 8 agosto ha dedicato un video, è una vittoria anche perché l’archiviazione l’aveva chiesta lui. Il Comune si era opposto per le stesse ragioni per cui oggi il sindaco Attilio Gastaldello invita a prendere le cose per ciò che sono: «Non c’è stata un’assoluzione con formula piena ma un’archiviazione che nel far riferimento alla particolare tenuità del fatto conferma invero che il fatto si è verificato. L’arte è ben accetta ma vanno rispettate le regole».

La vicenda inizia a marzo 2020 quando Cibo, come lui stesso racconta, «anche su invito dei genitori e con l’aiuto dei bambini» decide di «regalare alla scuola un murale».

L’opera inizia ma il Covid costringe Cibo a portarla avanti da solo. «Il 5 settembre passa la Polizia locale ma di una denuncia vengo informato solo qualche giorno dopo. Alle 13 del 9 settembre finisco l’opera e alle 18 il Comune la fa cancellare per ordinanza del sindaco. L’indomani torno sul posto e ricomincio daccapo», racconta Spinazzè, «devo onorare una promessa fatta ai bambini».

La denuncia

La scuola inizia il 14 settembre e una settimana dopo la denuncia, racconta Cibo, viene depositata in Procura con richiesta di danni. Secondo Cibo pesa anche una richiesta di accertamento, presentata a luglio 2020 da un consigliere comunale, sulle opere di Cibo che avrebbero contenuto pubblicitario e in quanto tali andrebbero tassate.

La vicenda giudiziaria va avanti e lo scorso anno alla scuola Cesari iniziano i lavori di demolizione e riqualificazione, «dimostrazione», la tesi di Cibo, «che nei miei confronti c’è stato accanimento».

Di tutt’altro avviso Gastaldello: «Se fosse così non si capisce perché il Comune stesso abbia commissionato alcune opere a Cibo come ad altri writer e abbia approvato un regolamento per disciplinare e favorire la street art. Se fosse così», aggiunge, «il Comune si sarebbe costituito parte civile e ci sarebbe stato qualcuno alle udienze. Io sono un amministratore, se c’è una violazione devo denunciarla. Spetta al Giudice valutare le ragioni che possono condurre all’archiviazione o al rinvio a giudizio. Pertanto», conferma il primo cittadino, «gli uffici continueranno a vigilare sul rispetto delle regole, presentando denuncia o irrogando le sanzioni amministrative pecuniarie previste dal regolamento vigente. La denuncia non è stata inutile, in quanto il responsabile non ha più replicato il gesto».

Per Cibo il modus operandi messo in campo «taglia le ali ai nuovi artisti come a chi la pensa diversamente sul piano politico» senza contare, come si legge nell’ordinanza di archiviazione, che Cibo l’aveva fatto «ritenendo di rendere un servizio alla comunità disegnando il muro di una scuola per renderlo più piacevole per i bambini».

L'antefatto

E allora, come si sarebbe potuto evitare questo "caso"? «Semplicemente facendo, come è previsto, una domanda». A pesare, su entrambi i fronti, pare esserci un antefatto del 2018 relativo all’accertamento della tassabilità di alcune opere realizzate da Cibo a scopo pubblicitario, vicenda che aveva scatenato nell’artista una reazione tanto violenta da esser chiusa in fascicolo penale in Procura e che si è poi conclusa con la remissione di querela da parte del Comune in cambio di un atto di pubblica ammenda sottoscritta da Cibo.

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Paola Dalli Cani

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