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Progetto di ripristino

Treno Peschiera-Mantova: accelera il ritorno della «Freccia dei due laghi»

di Katia Ferraro
La Provincia mantovana ha approvato il protocollo d’intesa che ora dovrà essere accolto da quella veronese. I fondi potrebbero venire da bandi nazionali o europei
La storica littorina che univa Peschiera e Mantova
La storica littorina che univa Peschiera e Mantova
La storica littorina che univa Peschiera e Mantova
La storica littorina che univa Peschiera e Mantova

Nuovo passo per il recupero della ferrovia «Freccia dei due laghi» tra Mantova e Peschiera, tracciato su rotaia di 34 chilometri che dal 13 maggio 1934 al 30 aprile 1967 ha unito con la storica littorina la città di Virgilio al Garda.

Nei giorni scorsi la Provincia di Mantova, che si è fatta promotrice del progetto accogliendo l’idea proposta dalla sezione mantovana di Italia Nostra, ha approvato il protocollo d’intesa con le prime linee d’azione da perseguire. Il documento è ora è stato inviato per la sottoscrizione alla Provincia di Verona, al Parco del Mincio e ai sette Comuni interessati dal tracciato: Peschiera, Valeggio, Monzambano, Roverbella, Marmirolo, Porto Mantovano e Mantova.

 

Le finalità

Gli obiettivi del protocollo d’intesa sono la condivisione di una «strategia concreta e operativa» per portare avanti il recupero della linea Mantova-Peschiera», la realizzazione entro il 30 giugno 2025 di studi progettuali per verificare la possibilità di realizzare l’opera e l’impegno a mantenere la proprietà pubblica delle aree del sedime del tracciato storico e dei fabbricati «almeno entro il 30 giugno 2025». Ai Comuni è inoltre richiesto di partecipare al tavolo interistituzionale, concretizzare la finalità di recupero con previsioni urbanistiche e collaborare nell’approfondimento progettuale, i cui costi iniziali saranno sostenuti dalla Provincia di Mantova, mentre per la realizzazione dell’opera l’idea è usufruire di bandi nazionali o comunitari.

Oggi del tracciato della littorina non rimane che qualche indizio sul territorio, come le vecchie stazioni nei paesi attraversati. Il materiale rotabile è stato invece in buona parte dismesso. La stazione di Salionze è diventata una struttura ricettiva: fa parte di quel 30 per cento di aree dell’ex sedime della ferrovia vendute a privati attraverso la legge sul federalismo demaniale. In questi tratti occorrerà trovare un percorso alternativo e lo stesso dovrà essere fatto a Peschiera.

«Abbiamo ricevuto il protocollo d’intesa, nei prossimi giorni lo valuteremo», spiega Filippo Gavazzoni, assessore di Peschiera con deleghe a viabilità e turismo. «Condividiamo il ripristino della ferrovia Mantova-Peschiera: permetterà di sollevare anche il nostro paese da una parte di traffico veicolare. Purtroppo gli spazi sono diventati angusti, bisognerà capire dove far passare il tracciato».

Marisa Velardita, presidente di Italia Nostra Verona, è entusiasta: «Italia Nostra si è occupata del recupero di alcune ferrovie storiche italiane, come quella della Val Venosta. Favoriscono un turismo lento, a misura d’uomo, oltre a dare impulso all’economia locale».

«Il trasporto su ferro eviterebbe l’approdo di 100mila auto a Mantova, a vantaggio di una concreta mobilità sostenibile», dice Ernesto Cristiano Morselli, presidente di Italia Nostra Mantova, che ha portato avanti l’idea con Alessandro Muratori (cofondatore dell’associazione Fmp, Ferrovia Mantova-Peschiera) e Fabrizio Bovi, giornalista mantovano. «Lo studio fatto», aggiunge, «dimostra anche la fattibilità di impiego della propulsione ecologica idrogeno-elettrica sulle “littorine” Stadler di nuova generazione, usate in Germania su molte tratte secondarie e di imminente entrata in servizio in Italia sulla Brescia-Iseo-Edolo».

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