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Sversamenti nel Garda: chiesta una commissione d’indagine

Una veduta del lago di Garda: sono quattro i comuni veronesi che bevo l’acqua del lago. Più cinque bresciani
Una veduta del lago di Garda: sono quattro i comuni veronesi che bevo l’acqua del lago. Più cinque bresciani
Una veduta del lago di Garda: sono quattro i comuni veronesi che bevo l’acqua del lago. Più cinque bresciani
Una veduta del lago di Garda: sono quattro i comuni veronesi che bevo l’acqua del lago. Più cinque bresciani

«In accordo col sindaco di Brenzone, Davide Benedetti, e col presidente di Ags, Angelo Cresco, e col vicepresidente della Comunità del garda, Filippo Gavazzoni, faremo in modo di creare subito una commissione intercomunale, con la presenza anche del municipio di Arco, e dei paesi interessati del Trentino, come Riva e Torbole, per affrontare il problema. Noi, con eventuali sversamenti di liquami fognari, non ci possiamo convivere perché l'acqua del Garda la beviamo». Ha avuto la pressione massima a 200 il sindaco di Torri, Stefano Nicotra, dopo aver letto su L'Arena che, «nel Garda, tramite il fiume Sarca, finiscono liquami fognari che il depuratore di Linfano, ad Arco, non riesce a trattare», come aveva illustrato il consigliere provinciale del Trentino, Filippo Degasperi. L'esponente ex 5 Stelle, ora capogruppo di Onda Civica nel Consiglio trentino, già nell'aprile 2021 aveva attaccato la Provincia di Trento e il comune di Arco per lo stesso problema. Il 14 novembre scorso, Degasperi aveva presentato una interrogazione in consiglio provinciale dal titolo «Sversamento di liquami nella Sarca: persiste il malfunzionamento del depuratore di Linfano». Il consigliere sostiene che ci sia un «malfunzionamento del depuratore a Linfano che causa, in particolare in concomitanza con precipitazioni atmosferiche, non pochi disagi ai residenti della zona, e provoca il fenomeno di inquinamento delle acque della Sarca. E, di conseguenza, del Garda. L'inquinamento sarebbe prodotto dallo sversamento di liquami che il depuratore non è in grado di trattare», ha proseguito Degasperi. «Anche a seguito di una mia altra interrogazione e alla mobilitazione di un Comitato di residenti di Linfano costituitosi per sollecitare la risoluzione del problema», ha scritto ancora il consigliere trentino, «l'amministrazione provinciale ha elaborato un piano, condiviso dal suddetto Comitato, di risanamento e potenziamento dell'impianto previsto su un arco di tre anni, prevedendo 5 milioni di euro di spesa». «Però il problema degli sversamenti di inquinanti nella Sarca persiste e l'amministrazione di Arco non ha posto in essere, ma neppure programmato, interventi per garantire un corretto convogliamento di sole acque nere al depuratore, evitando cioè che all'impianto confluiscano anche acque bianche. Problema, questo, che è concausa rilevante, in particolare in occasione di piogge intense, del suddetto malfunzionamento del depuratore», ha scritto Degasperi. Il primo a reagire, era stato Angelo Cresco, numero uno di Azienda Gardesana Servizi, che sta gestendo la delicata pratica del nuovo collettore. «Che l'impianto di Linfano di Arco abbia scolmato, per sovraccarico idraulico, negli ultimi 20 anni complessivamente 28 mila 702 metri cubi, e che il sovraccarico idraulico di tale impianto sia determinato esclusivamente dalle acque bianche che, erroneamente, confluiscono nella rete fognaria, soprattutto in occasione di eventi meteorologici, come è stato spiegato, ha dell'incredibile», ha tuonato Cresco. «Denunce come queste sono pazzesche e inaccettabili: bisogna muoversi subito», ha aggiunto. Nicotra ha scritto sulla chat dei sindaci che fanno parte di Ags per chiedere un intervento immediato sulla questione e ha sentito sia il presidente Cresco che il vice della Comunità Gavazzoni, «oltre ai colleghi sindaci, primo tra i quali quello di Brenzone, che condivide con noi il fatto di bere l'acqua del lago», ha detto. «Sia Torri che Brenzone sono disponibili fin da ora a ospitare una commissione sovracomunale con all'interno i necessari portatori di interesse veronesi, trentini e bresciani: la questione va verificata nei dettagli e, se davvero è come riportato dalla stampa e dal consigliere Degasperi, va tamponata e poi chiusa nel minore tempo possibile. È inutile parlare di collettore da 200 milioni di euro e poi siamo qui a fronteggiare miserie come queste», ha aggiunto Nicotra. A fare eco al sindaco di Torri è quello di Brenzone che, come Torri, San Zeno, Garda, si serve dell'acqua gardesana per darla da bere ai propri residenti come altri cinque municipi del Bresciano. «Supporto pienamente la proposta del sindaco Nicotra di convocare una commissione per affrontare questo tema delicato ed importante. Come sindaco», ha chiuso Davide Benedetti, «sono autorità sanitaria locale e ritengo che vadano fatte tutte le più approfondite verifiche per garantire la salute delle persone e l'integrità del territorio e dell'ambiente in cui viviamo. Non si tratta di creare allarmismo, serve praticità e consapevolezza per risolvere il problema, ma bisogna agire subito». •.

Gerardo Musuraca

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