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Baldo e Lessinia

Stanze panoramiche di lusso in alta montagna. La Regione approva, sindaci perplessi

Oltre i 1600 metri di quota debutta il «turismo emozionale». Una decina i Comuni potenzialmente interessati nel Veronese
Una stanza panoramica in montagna
Una stanza panoramica in montagna
Una stanza panoramica in montagna
Una stanza panoramica in montagna

Viene definito «turismo emozionale». Una modalità «immersiva» di scoprire i territori, puntando sulle esperienze che possano lasciare nei visitatori un ricordo indelebile, sensazionale. La nuova frontiera di quest’offerta turistica è la stanza panoramica: una sorta di piccola suite d’albergo, ma posizionata in un paesaggio assai suggestivo, e costruita in buona parte di vetro. Da questo confortevole «osservatorio», il turista può ammirare lo spettacolo della natura circostante e addormentarsi sotto la volta celeste, ben più comodamente che in un bivacco o in una tenda.

 

La regola

La Regione Veneto, con un iter politico piuttosto travagliato, è infine giunta all’approvazione di una norma (progetto di legge regionale del 27 febbraio) che, in deroga alle leggi urbanistiche vigenti, consente di costruire in alta quota, sopra i 1.600 metri d’altitudine, nuove strutture per il «turismo ecocompatibile». Come appunto le stanze panoramiche. L’approvazione è stata motivata con la volontà di offrire alla montagna veneta una freccia in più nella faretra dell’offerta turistica. E si va ancora alla ricerca, per sostenere l’economia montana, di un «effetto wow» che possa richiamare più turisti, come avviene con ponti tibetani, capsule trasparenti sospese sul vuoto, voli d’angelo, case sugli alberi... Ma non mancano le contrarietà.

 

Nel Veronese

Su 86 Comuni veneti con confini che si spingono sopra i 1.600 metri, la provincia di Verona ne conta meno di una decina: Ferrara di Monte Baldo, Malcesine, Brenzone, San Zeno di Montagna, Erbezzo, Bosco Chiesanuova, Selva di Progno. A questi, dunque, si apre l’inedita opportunità di sperimentare, sulle propaggini più alte del proprio territorio, le stanze panoramiche, talvolta chiamate anche «luxury cabin». La coglieranno?

In realtà, a tal riguardo, fra i sindaci dei Comuni interessati sembrano dominare più dubbi che entusiasmi.

 

I sindaci

«Temo che le problematiche ambientali create da questo tipo di strutture non sarebbero poche», commenta Claudio Melotti, primo cittadino di Bosco Chiesanuova. «Vedo plausibili le stanze panoramiche solo come integrazione e corredo di strutture già esistenti, quali rifugi o malghe. Al contrario», aggiunge, «una di queste casette installata, poniamo, su Cima Trappola, in mezzo al nulla, innescherebbe, a mio avviso, parecchie criticità. Piccola, sì, ma comunque bisognosa di strade per arrivarci, come pure di servizi igienici e fognature. Tanti dubbi cui dare risposte».

Ancora più scettica è Carla Giacomazzi, sindaca di Ferrara di Monte Baldo: «Per quanto ci riguarda, sopra i 1.600 metri abbiamo i rifugi Telegrafo e Chierego, un’offerta sufficiente per i turisti. Le stanze panoramiche sono una novità. E come tutte le novità, da guardare con prudenza», riflette. «Occorre non lasciarsi prendere da facili entusiasmi; perché una volta realizzate quel tipo di strutture, è difficile tornare indietro. Secondo me, la montagna ha sì bisogno di un aiuto per continuare a essere abitata e vissuta. Non, però, attraverso questo tipo di proposte, ma con servizi sul territorio che consentano, a chi lo vuole, di poter restare a vivere qui». Più aperto e possibilista è, invece, il sindaco di San Zeno di Montagna, Maurizio Castellani. Che ammonisce: «Non si vuole certo trasformare la montagna in via Mazzini. Tuttavia, il giusto impegno a tutelarla e conservarla non si deve trasformare in chiusura a prescindere e, quindi, in immobilismo. Ricordiamoci che le terre alte, diminuendo il numero di agricoltori e pastori, e anche degli stessi agenti della Forestale, rischiano di restare totalmente abbandonate e incolte. Credo», chiarisce, «che oggi ci siano strumenti migliori di una volta per evitare gli errori e gli "ecomostri" del passato. Le stanze panoramiche possono essere un incentivo a tenere curate e valorizzate le cime». «Penso, inoltre, che nessuno meglio di chi abita in montagna, e la ama, possa giudicare con coscienza la bontà o meno di questa opportunità».

Lorenza Costantino

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