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Gratuiti solo i casi di urgenza

Soccorso alpino, chi ne abusa paga. Ed essere salvati può diventare molto caro

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Recupero in montagna con l'elisoccorso
Recupero in montagna con l'elisoccorso
Recupero in montagna con l'elisoccorso
Recupero in montagna con l'elisoccorso

Sulle montagne veronesi, dall'inizio dell'anno, sono già stati effettuati ben 50 interventi per il recupero di escursionisti in difficoltà. Se ne sono occupate le squadre a terra del Soccorso Alpino con l'eliambulanza del Suem 118: a volte in maniera congiunta, altre separatamente, a seconda delle circostanze. Ma la stagione dei giri in alta quota è appena cominciata. E i volontari del Cnsas (Corpo nazionale di soccorso alpino e speleo) si preparano a un repentino incremento delle chiamate: l'estate è sempre un periodo critico.

 

«Caro» soccorso

Fare gli sprovveduti in montagna, tanto da ritrovarsi poi ad attivare la macchina dei soccorsi, può costare però salato. A stabilirlo è la deliberazione della Giunta regionale numero 1411 del 6 settembre 2011: chi viene soccorso può essere chiamato a pagare in toto o in parte l'intervento. Al netto dell'infinità di situazioni in cui un escursionista imprudente può andare a cacciarsi, il discrimine per stabilire se dovrà sborsare, o meno, per il proprio recupero è uno solo: se vi siano, o no, le caratteristiche dell'emergenza/urgenza. Ovvero, se l'infortunato presenti il bisogno di un rapido trasferimento al pronto soccorso, e con quale codice vi entrerà.

 

Obbligo di intervento

Il Soccorso Alpino, quando viene avvertito tramite telefonata dal 118 o dai carabinieri, deve obbligatoriamente correre in aiuto dell'escursionista che ha lanciato un «Sos» per sé o per un compagno di uscita. «Arrivati sul posto e raggiunto l'escursionista, dopo aver valutato la situazione ambientale e le sue condizioni, ci mettiamo di nuovo in comunicazione con la centrale del 118 per chiedere, eventualmente, l'invio di un'ambulanza o dell'elicottero, se necessari. Se la persona non è in grado di camminare, la porteremo noi in barella fin dove i mezzi di soccorso potranno arrivare», spiega il capo della stazione veronese del Cnsas, Alberto Corà. Quindi aggiunge: «All'arrivo dei sanitari, e con la presa in carico del paziente da parte loro, il nostro compito è concluso. Non compete a noi, ma ai medici, stabilire se ci siano gli estremi per il pagamento dell'operazione di recupero». Eppure, continua Corà, «la maggior parte degli interventi, come poi appuriamo, potrebbe essere evitata se le persone soccorse avessero seguito le più basilari regole della sicurezza in montagna: abbigliamento ed equipaggiamento adeguati, una preparazione fisica proporzionata al percorso scelto».

 

Le tariffe

Ma quindi, quanto costa il soccorso, se il referto medico decreterà che il richiedente lo ha attivato senza giusta causa? La Dgr 1411/2011 specifica, nell'allegato B, anche le «Tariffe a carico dell'utente». Per gli interventi «Hems» (Helicopter Emergency Medical Service) e «Sar» (Search and Rescue), con l'attivazione dell'elisoccorso più ricerca a terra, il costo è di «90 euro per minuto di volo, fino a un massimo di 7.500 euro». Invece, per l'intervento di soccorso Sar «con sole squadre a terra» la spesa è «di 200 euro per ciascuna squadra (fino a tre soccorritori)», ai quali vanno sommate «50 euro per ogni ora aggiuntiva di operazioni oltre la prima per ciascuna squadra», fino «a un importo massimo di 1.500 euro».

Un'annotazione inserita nella medesima Dgr, specifica, però, che «ai sensi della legge regionale 33/2007, per i servizi resi in favore dei residenti nella Regione Veneto, gli importi sono ridotti del 20 per cento». Invece, per un cittadino straniero il soccorso e il trasporto in elicottero possono arrivare a costare 120 euro al minuto. Infine, se l'utente è chiamato «solo» a «compartecipare alla spesa», il tetto massimo sia per le operazioni Hems sia Sar si abbasserà a 500 euro. Importo che lievita a 700 euro se elicottero e squadre di ricerca devono uscire entrambi.

 

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Assicurazione

Una polizza assicurativa contro gli infortuni in montagna, per esempio quella cui dà accesso la tessera Cai, «potrebbe essere utile per coprire, almeno in parte, l'esborso per un eventuale intervento di soccorso», conclude il capo stazione del Cnsas scaligero. «Tuttavia», osserva Alberto Corà. «è opportuno approfondire per bene le clausole sottoscritte. Al di là di questa opzione in grado di limitare gli esborsi, ciò su cui riteniamo imprescindibile puntare è la prevenzione, dato che, come ribadito, la maggior parte delle disavventure sarebbe evitabile».

Lorenza Costantino

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