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La decisione

Si chiudono i rubinetti del lago per ridurre l’allarme-livelli. Al via il tavolo per le nuove regole di deviazione

L'Autorità di bacino limita ulteriormente il deflusso delle acque nel Mincio alla diga di Salionze
Peschiera: l’idrometro che misura il livello dell'acqua del lago di Garda
Peschiera: l’idrometro che misura il livello dell'acqua del lago di Garda
Peschiera: l’idrometro che misura il livello dell'acqua del lago di Garda
Peschiera: l’idrometro che misura il livello dell'acqua del lago di Garda

Scatta alle 8 di questa mattina l'ulteriore chiusura delle paratoie della diga di Ponti sul Mincio-Salionze che regola il deflusso delle acque del Garda verso il Mincio, con la portata in uscita che passa da 14 a 9 metri cubi al secondo.

La decisione è stata comunicata ieri dall'ente regolatore AIPo (Agenzia interregionale per il fiume Po) a tutti i soggetti istituzionali ed economici su cui incide il provvedimento, tra cui Navigarda e A2A Spa, società proprietaria della centrale termoelettrica di Ponti sul Mincio. L'obiettivo è trattenere nel Garda quanta più acqua possibile per tamponare una situazione meteo-climatica che senza un cambio deciso di rotta farà iniziare la primavera con un deficit importante di risorsa idrica a disposizione nel lago, mettendo a rischio non solo l'approvvigionamento per le colture mantovane, ma anche quello idropotabile per alcuni Comuni rivieraschi (sulla sponda veronese Garda, Torri e Brenzone, ai quali si aggiunge San Zeno di Montagna nel periodo estivo), oltre all'apporto che dal Garda arriva al Po e le attività economiche legate al turismo, in primis la navigazione.

 

Il provvedimento

Il provvedimento, invocato da tempo dalla Comunità del Garda, è arrivato pochi giorni dopo la prima riunione dell'anno dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici istituito dall'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (ente del Ministero dell'Ambiente), che ha registrato un aggravamento del livello di severità idrica nel distretto idrografico del Po (di cui fanno parte anche il Garda e il Mincio) passato al grado «medio con assenza di precipitazioni», appena sotto lo scenario massimo di severità idrica. Ieri il livello del Garda era a quota 44 centimetri sullo zero idrometrico di Peschiera (fonte AIPo e laghi.net), in ulteriore calo rispetto ai giorni precedenti considerando l'apporto minimo in entrata dall'immissario Sarca (2,6 metri cubi al secondo).

 

Poche quantità risparmiate, ma «vitali»

«Già il mese scorso abbiamo cercato un accordo con A2A, che gestisce alcune centrali lungo il Mincio, chiedendo la possibilità di ridurre a 11 metri cubi al secondo la portata in uscita dalla diga», evidenzia il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa. Quella adottata a partire da oggi è una riduzione maggiore che, comunque, garantisce il deflusso minimo vitale del fiume.

«Cinque metri cubi al secondo non risolveranno il problema, ma meglio di niente. Risparmiare acqua è fondamentale, ma non sarà sufficiente senza piogge e neve sul bacino idrografico», considera Ceresa, ricordando che «ereditiamo una situazione disastrosa dallo scorso anno e le previsioni del medio periodo danno dieci giorni di alta pressione e per questo c'è una forte preoccupazione da parte di tutti». A conti fatti, cinque metri cubi al secondo permetteranno di risparmiare 432mila metri cubi d'acqua al giorno, pari a 432 milioni di litri: quantità che nell'economia ordinaria del Garda sarebbe poca cosa, ma diventa importante quando «l'oro blu» comincia a scarseggiare.

 

Nuove regole per la gestione dei livelli

Oggi tra l'altro torna a riunirsi il tavolo di confronto promosso dalla Comunità del Garda con l'obiettivo di riscrivere le regole della derivazione del lago di Garda, ovvero della gestione dei livelli attraverso l'edificio regolatore di Ponti sul Mincio (manufatto meglio conosciuto come diga di Salionze). All'incontro, organizzato a Peschiera, parteciperanno Ceresa assieme al vicepresidente della Comunità del Garda (e assessore di Peschiera) Filippo Gavazzoni, il direttore ad interim di AIPo Gianluca Zanichelli, il direttore di AIPo Lombardia Gaetano La Montagna e i presidenti del Consorzio del Mincio Massimo Lorenzi e del Consorzio Garda Chiese Aldo Bignotti.

Nell'impossibilità di arrivare in breve tempo a una riscrittura formale delle regole, Ceresa auspica comunque «un passo concreto», traducibile in «un accordo sulla necessità di non seguire alla lettera le tabelle di regolazione fissate nel 1965, ma di concordare insieme, senza forzature, una linea d'azione volta al risparmio massimo d'acqua per i mesi a venire».

Katia Ferraro

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