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Choc a casa dell'olimpionica veronese

Rubata la medaglia d'oro a Sara Simeoni: «Vi prego, riportatemela»

Furto nella casa di Rivoli Veronese di Sara Simeoni: rubata la medaglia d'oro conquistata ai giochi olimpici di Mosca 1980
Furto in casa Simeoni (TeleArena)

Il rientro a casa da Scandiano, ospite della Walk Marathon dei colli, e occasione per promuovere “Una vita in alto” scritto a quattro mani con il giornalista Marco Franzelli, è stato una shock per Sara Simeoni.

 

Rubata la medaglia d'oro di Mosca 1980 a Sara Simeoni

Casa a soqquadro, ma il peggio è che i ladri le hanno rubato la medaglia d’oro dei Giochi di Mosca 1980 conquistata sotto la guida di Erminio Azzaro, marito allenatore, sconvolto anche lui di fronte allo scempio, come Sara. I due argenti olimpici, Montreal 1976 e Los Angeles 1984, che sulle prime sembravano esser parte della refurtiva, li ha ritrovati ieri, continuando a rimettere in ordine la casa, a raccogliere e controllare ogni oggetto per poi ripulirlo come si usa fare dopo il passaggio dei ladri; le due medaglie sfilate dal cordino era finite sotto il letto, fortunatamente scampate dalle mani dei ladri. Dell’oro di Mosca 1980 resta solo il pezzetto di nastro a cui era appeso, e nella bacheca le basi di alcuni trofei a ricordo dei tantissimi successi conquistati da una delle più grandi campionesse dell’atletica italiana.
Una medaglia che per i ladri ha un mero valore economico, per Sara molto di più. Era nella custodia insieme ai due argenti; aveva mostrato le medaglie qualche giorno prima ai bambini delle scuole elementari di Rivoli, raccontando orgogliosamente ma senza retorica cosa rappresentano per lei e per Erminio. Quattordici volte campionessa italiana di salto in alto, ha detenuto il primato italiano per 36 anni dal 12 agosto 1971 all’8 giugno 2007, quando fu superato da Antonietta Di Martino. Due ori alle Universiadi, altrettanti ai Giochi del Mediterraneo e quattro titoli europei indoor. Una bacheca ricchissima. «Per fortuna ho ritrovato i due argenti, ma dell’oro di Mosca mi hanno lasciato solo la fascetta, insieme a delusione, amarezza e sconforto», racconta ora. «Non avrei mai immaginato di dovermene separare», e nel dolore che continua a battere sulla testa e sul cuore, la consola Erminio.

 

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Com'è avvenuto il furto

Il furto è avvenuto sabato sera nella casa di Rivoli Veronese fra le 20.30 e le 23. In quelle ore, mentre la Simeoni promuoveva il libro e il figlio Roberto era uscito per trascorrere la serata con amici, i ladri hanno potuto operare indisturbati, scegliendo accuratamente cosa portare via, cose di valore come collane, braccialetti e anelli, e poi i trofei che solo i campioni possono avere. Forse per la fretta di mettere il più possibile nei sacchi, i due argenti sono caduti e si sono salvati. Sara ed Erminio ne conoscono il peso, fatto di sudore, rinunce, infortuni, delusioni, ripartenze fino ai momenti più belli di successi e gioie infinite. «Un disastro, mi si chiude la bocca dello stomaco a parlarne. Mi hanno lasciato le targhe ma non hanno lo stesso valore». 

 

Sara Simeoni a Mosca e con le medaglie
Sara Simeoni a Mosca e con le medaglie

 

Quanto vale la medaglia d'oro delle Olimpiadi?

Il valore commerciale della medaglia, anche se olimpica, non è altissimo. «Ha una tiratura limitata, l’oro chissà se l’avrà visto, e paradossalmente dal punto di vista economico, si guadagna di più a vendere un bronzo, che ai Giochi non ho mai preso». Completamente d’oro le medaglie lo furono fino al 1912, le successive secondo le indicazioni del Cio devono essere prodotte con almeno il 92.5% d’argento e contenere minimo 6 grammi d’oro, 60 mm di diametro e 3 mm di spessore. Le medaglie d'argento sono in effetti d'argento e quelle di bronzo di una lega di rame e un altro metallo. Per conquistare una medaglia occorre qualificarsi ai Giochi rispettando i limiti richiesti dal Cio, e poi battere le avversarie come ha fatto Sara allenandosi con Erminio, o comprarla come fanno i collezionisti e in questo caso la valutazione varia, dal nome dell’atleta e dalla disciplina.

 

Sara Simeoni a Mosca 1980
Sara Simeoni a Mosca 1980

 

L'oro di Sara Simeoni alle Olimpiadi di Mosca 1980

L’oro di Sara, di quel 26 luglio del 1980, è una delle imprese sportive che restano nella storia dello sport italiano, non a caso il Coni la nominò nel 2014 atleta del Centenario insieme ad Alberto Tomba. Mosca fu il coronamento di una carriera con l’apice nel doppio record mondiale, l’asticella superata a 2,01 a Brescia e Praga due anni prima. «Vincere da favorita non era facile, dovetti sopportare la pressione ma fui più forte anche delle aspettative», raccontò alla presentazione di “Una vita in alto“, ora finalista in una rosa di sei libri al Premio Bancarella Sport.

A Mosca Sara aveva 27 anni, e molti Paesi avevano boicottato i Giochi per protestare all’invasione sovietica all’Afghanistan. Saltò 1,97 m. battendo la tedesca dell’Est Rosemarie Ackermann, rivale e favorita, che poi si complimentò con la vincitrice. Portabandiera a Los Angeles 1984, è rimasta nel cuore degli sportivi come dimostrano gli inviti a partecipare ai programma Rai, Il circolo degli Anelli in occasione dei Giochi di Tokyo 2020, e visto il successo ne il Circolo dei Mondiali per i mondiali di calcio in Qatar.

 

L'Arena con il successo di Sara Simeoni
L'Arena con il successo di Sara Simeoni

 

Com'è fatto l'oro di Mosca 1980

L’oro di Mosca ha inciso su un lato la tradizionale dea della vittoria, con una palma nella mano sinistra e la corona del vincitore nella destra, sull’altro lato, un braciere Olimpico stilizzato con la fiamma, sullo sfondo lo stadio. Sul segmento in alto a destra lo stemma dei Giochi di Mosca 1980 e il nome dello sport nel cerchio, l’atletica.

E la descrizione che potrebbe aiutare i carabinieri di Caprino Veronese interventi prontamente nella villetta che resta un po' isolata in paese, davanti ha la casa del vicino visitato dai ladri, dietro la distesa di campi.

«I ladri hanno avuto tutto il tempo di scegliere cosa prendere e cosa lasciare. Di alcuni trofei ad esempio ho solo il piedistallo», e nel raccontare fa emerge tutta l'amarezza che sente dentro. Erminio le sta accanto, la sostiene ma è triste quanto lei.

«Quando siamo entrati in casa abbiamo trovato un disastro immane, per poterci muovere dovevamo spostare le cose da terra; ho puntato subito gli occhi alla custodia dove avevo riposto le medaglie, mi è caduto il mondo addosso. C'erano solo i cordini, ero disperata ma ieri fortunatamente ho ritrovato i due argenti. Possono portarmi via tutto, ma non ciò che rappresenta la mia vita di atleta».

Le speranze di ritrovare Mosca 1980 è nelle mani dei Carabinieri di Caprino coordinati dal comandante Michele Minetti; o magari il brutto episodio si risolve come è accaduto all'allenatore Stefano Pioli: la medaglia dello scudetto del Milan che gli era stata rubata durante le celebrazioni fu rinvenuta e poi consegnata da tre ragazzi all'Arma.

Anna Perlini

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