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Peschiera

Raduno Tik Tok, appello dei sindaci: «Bloccare chi è senza biglietto del treno»

Telecamere e controlli perché non si ripetano i disordino del 2 giugno dell'anno scorso.
La polizia schierata e i giovani lo scorso anno a Peschiera
La polizia schierata e i giovani lo scorso anno a Peschiera
La polizia schierata e i giovani lo scorso anno a Peschiera
La polizia schierata e i giovani lo scorso anno a Peschiera

Mentre su TikTok compaiono ogni giorno altri video di ragazzi e ragazze che fanno da richiamo per un nuovo raduno sul litorale tra Peschiera e Castelnuovo del Garda in vista del 2 giugno, qualcuno anche con la precisa volontà di portare scompiglio come lo scorso anno, i sindaci del basso lago si dicono tranquilli e preparati grazie al coordinamento messo a punto da prefettura e questura di Verona in sinergia con i colleghi delle altre città lombarde, da cui lo scorso anno proveniva la maggior parte delle centinaia di giovani partecipanti al raduno sfociato in risse e atti vandalici.

Ci si chiede però se il fenomeno possa essere accentuato dall’impunità che sembra garantire il «branco» che, in mancanza di reati colti in flagrante o comunque di strumenti certi per il riconoscimento di chi li compie, fa da scudo alle malefatte dei singoli. È accaduto con chi un anno fa, dopo il respingimento alla stazione di Peschiera da parte della polizia in tenuta antisommossa, sul treno del ritorno ha molestato cinque ragazze minorenni che stavano tornando da Gardaland: in assenza di telecamere funzionanti sui convogli e di un riconoscimento certo da parte delle vittime, alla Procura di Verona non è rimasto che archiviare l’indagine. Altri reati, come i piccoli furti o i soprusi ai danni delle attività economiche lungo la spiaggia, non sono stati nemmeno denunciati.

 

Peschiera

«Non è colpa della Procura se non è stato possibile identificare i responsabili», considera la sindaca di Peschiera Orietta Gaiulli, «d’altronde non credo che qualche punizione in termini di lavori socialmente utili o addirittura di carcere avrebbe costituito un deterrente per questi ragazzi, perché hanno dimostrato di avere un’indole che non può essere arginata in alcun modo se non con una giusta prevenzione come quella che stiamo mettendo in atto». Gaiulli si riferisce a «sistemi di filtraggio e controllo che facciano passare la voglia di venire a Peschiera, come ad esempio costringerli a pagare il biglietto: già questo sarà un deterrente, perché in tanti salgono sul treno gratis. Credo che il sistema studiato con prefettura e questura funzionerà».

 

Castelnuovo

Concetti su cui riflette anche il sindaco di Castelnuovo Giovanni Dal Cero: «Dobbiamo lavorare tutti in squadra perché non passi il concetto di impunità. Cosa si può fare? Dotare le forze dell’ordine e tutto il sistema che deve assicurare la giustizia degli strumenti necessari per prevenire i reati e perseguirli, con risorse economiche per incrementare il personale e dotarlo di strumenti per l’identificazione». Il primo sforzo è stato chiesto alle aziende del trasporto ferroviario: «Ci è stato garantito che questa volta tutti i treni in circolazione saranno dotati di telecamere», conferma Dal Cero, d’accordo sul fatto che «bisognerà impedire il fenomeno branco con controlli nelle stazioni per non far salire chi sarà sprovvisto di biglietto». Ma serve anche, aggiunge il sindaco di Castelnuovo, «fare rete tutti assieme: anche i cittadini che subiscono i danni devono denunciare perché questo aiuta le forze dell’ordine a svolgere il loro lavoro».

 

Desenzano

Interviene il sindaco Guido Malinverno: «Non conosco TikTok, ma ho saputo che si sta ripresentando il tamtam in vista del 2 giugno e forse questo sta avvenendo perché si sono resi conto che non c’è stata alcuna conseguenza dopo i fatti dell’anno scorso». Anche Desenzano, il paese più popoloso affacciato sul Garda, ha una stazione ferroviaria e spiagge, ma finora non ha conosciuto le problematiche dei gruppi giovanili che arrivano dalle città lombarde non solo per passare una giornata al lago, ma soprattutto per mettere in mostra comportamenti sopra le righe. «Ritengo che in questi casi deterrenti possano essere solo la sanzione o provvedimenti punitivi, ma io non faccio il giudice né il poliziotto, quindi non posso valutare il motivo per cui i fatti dell’anno scorso sono rimasti senza colpevoli», sottolinea Malinverno lasciandosi andare a qualche riflessione anche ricordando la sua esperienza quarantennale di insegnante: «Quale esempio si dà ai giovani che si comportano bene? Il limite del lecito non può essere solo la coscienza personale. Si sposta il livello delle cose consentite anche per la legge del branco, dove ci sono sempre uno o più trascinatori negativi». Anche al di là del confine veronese la macchina della prevenzione è stata messa a punto: «Siamo sotto l’attenzione delle nostre prefetture e questure. Siamo pronti».

Katia Ferraro

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