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«Nessun pericolo per la salute nella West Star»

Il tunnel della West Star dal quale si accede a tutti gli altri spazi
Il tunnel della West Star dal quale si accede a tutti gli altri spazi
Il tunnel della West Star dal quale si accede a tutti gli altri spazi
Il tunnel della West Star dal quale si accede a tutti gli altri spazi

L’amministrazione comunale di Affi rimanda al mittente le critiche del gruppo di opposizione «Lega Nord Mani pulite per Affi», rappresentato dai consiglieri Monica Burato, Moreno Cremonini e Giuseppe Delibori, contro l’acquisizione dell’ex base Nato «West Star» da parte del Comune. E in particolare quelle relative alla pericolosità di quel sito dove - hanno riferito i consiglieri Burato, Cremonini e Delibori - l’Arpav ha accertato la presenza di gas radon e di amianto. I rappresentanti del gruppo «Lega Nord Mani pulite per Affi» si sono chiesti infatti se vi siano seri problemi di sicurezza per la salute, in quel bunker antiatomico. «Le problematiche sollevate dai consiglieri Burato, Cremonini e Delibori ce le siamo già poste prima di procedere all’acquisizione dell’ex base Nato», spiega Gianmarco Sacchiero, vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici, che da qualche anno sta seguendo in prima persona le vicende della base West Star, «se avessimo constatato che quel luogo fosse pericoloso per la salute delle persone, non avremmo certamente portato a termine le procedure che ci hanno permesso di annetterla al patrimonio comunale. Per questo noi abbiamo richiesto l’intervento di Arpav e dello Spisal. Per quanto riguarda il gas radon, che fuoriesce naturalmente dal sottosuolo, i livelli rilevati sono inferiori a quelli prescritti per le scuole pubbliche. Il gas radon è presente in tutti i locali ipogei ovvero sotto il livello del suolo, cantine, sotterranei, miniere. Per quanto riguarda l’amianto ne è stata rilevata la presenza nelle pavimentazioni viniliche e nelle coibentazioni delle condotte dell’aria condizionata che sono state costruite negli anni Sessanta. Non è stata rilevato però inquinamento dell’aria da fibre libere legato al degrado di questi materiali». In Italia non esiste una normativa che indichi il limite massimo di concentrazione di radon all’interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità europea di 200 Bq/m³ per le nuove abitazioni e 400 Bq/m³ per quelle già esistenti. La normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro, che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m³. Per le scuole non vi sono indicazioni, ma si ritiene di poter assimilarle agli ambienti di lavoro. «Ci stiamo muovendo per trovare finanziamenti pubblici, anche a livello europeo, da investire nel recupero di West Star che dovrebbe diventare un museo della Guerra Fredda e un’attrazione turistica», aggiunge il vicesindaco Sacchiero, «ricorreremo a sponsor privati, se non si riuscissero ad ottenere finanziamenti pubblici o se questi non fossero sufficienti. C’è anche l’ipotesi di utilizzare una parte della struttura come luogo di custodia per server informatici che contengano grandi masse di dati digitali. Oppure come caveau per la custodia di opere d’arte o altri oggetti preziosi. Anche queste potrebbero essere una forma di finanziamento per riaccendere la “stella dell’Occidente”, gestirla e renderla fruibile al pubblico». •

Luca Belligoli

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