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La croce finisce sul tavolo di Mattarella

La croce astile  alta 18 metri
La croce astile alta 18 metri
La croce astile  alta 18 metri
La croce astile alta 18 metri

La questione della croce astile sul Monte Baldo finisce sul tavolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'associazione Mountain Wilderness, presieduta da Franco Tessadri, a nome anche di altri gruppi ambientalisti, nei giorni scorsi ha presentato un ricorso straordinario al capo dello Stato per tentare di bloccare l'installazione dell'opera d'arte dedicata a Papa Wojtyla, alta 18 metri, nei pressi di Tratto Spino. A questo si aggiunge l'intenzione, da parte dei gruppi contrari alla croce, di lanciare da una parte una raccolta fondi per sostenere le spese legali e dall'altra, a breve, una raccolta di firme finalizzata alla proposta di un referendum comunale da sottoporre al Comune di Malcesine riguardo al posizionamento della struttura sulla cima del Monte Baldo. L'iter amministrativo dell'istanza avviata dal gruppo ambientalista prevede tra l'altro che, dal momento della notifica del ricorso, PGP2 srl – la società che ha stipulato l'accordo di programma con il Comune di Malcesine per issare sul Baldo il manufatto realizzato dall'artista Andrea Trisciuzzi – abbia sessanta giorni di tempo per presentare al ministero competente deduzioni e relativi documenti, con la possibilità, eventualmente, di proporre un ricorso incidentale, cioè una contro-impugnazione. Sulla croce dedicata a Papa Giovanni Paolo II si è accesa una lunga polemica che prosegue da oltre cinque mesi, avviata dalle minoranze consiliari di Malcesine e poi portata avanti in particolare da diverse associazioni ambientaliste. Sul tema nei giorni scorsi, tra l'altro, si è tenuta una conferenza on line, organizzata dal neonato comitato «Amiche e amici del Baldo», presieduto da Graziano Berti, in cui sono intervenuti alcuni esponenti ambientalisti che hanno ribadito come il piano, dal loro punto di vista, non debba essere attuato. Da un lato, secondo le associazioni, il progetto metterebbe a rischio rare specie vegetali che crescono solo sugli stessi crinali in cui si andrebbe a collocare l'opera, come ribadito tra gli altri dal professor Daniele Zanini, direttore dell’orto botanico di Novezzina. Dall'altro, come sottolineato in particolare da Alessio Bertolli, naturalista, ricercatore, vicedirettore di Fondazione Museo civico di Rovereto ed estensore del Piano di gestione Sito natura 2000, l'accordo di programma, oltre all'installazione della croce all'interno di un'area di 600 metri quadrati, prevede la realizzazione di opere accessorie come l'illuminazione della zona, la ristrutturazione della chiesetta situata nei pressi della stazione di arrivo della funivia oltre al sentiero – utilizzabile anche dai disabili – che collegherebbe proprio il piccolo edificio religioso agli impianti a fune. «La valutazione di incidenza dell'opera non si deve limitare alla croce in sé», ha sottolineato nel suo intervento on line Bertolli. «Si deve considerare il piano nel suo complesso: dalla parte relativa al cantiere fino ai cambiamenti futuri che ciò comporterà sul territorio». Nel frattempo continuano ad aumentare le adesioni alla petizione realizzata sulla piattaforma on line Change.org che hanno superato le 28mila firme. La questione, che ha trovato spazio anche su giornali e media nazionali, è arrivata pure sui banchi del consiglio regionale, dopo l'interrogazione al riguardo presentata dalla consigliera Cristina Guarda, critica sull'operazione. La Regione, tuttavia, in merito, ha confermato il via libera all'autorizzazione al mutamento di destinazione dell'uso civico del terreno accogliendo le precisazioni del Comune sull'opera, lasciando alla Soprintendenza il giudizio riguardo l'aspetto ambientale. Il sindaco di Malcesine Giuseppe Lombardi in più circostanze ha difeso il piano di posizionare la croce sul Baldo, che, ha sottolineato, «punta solo a portare beneficio a tutta la nostra comunità, dando maggior impulso al turismo». •.

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