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La banchina è dissestata «Lavori? Non tocca a noi»

Transenne sulla banchina dissestata del lungolago
Transenne sulla banchina dissestata del lungolago
Transenne sulla banchina dissestata del lungolago
Transenne sulla banchina dissestata del lungolago

«La gestione dell'area portuale, che include la banchina dissestata del Porto nuovo di Garda è dell'amministrazione comunale e quindi non di competenza del Genio civile». Queste le parole del direttore del Genio civile di Verona Domenico Vinciguerra, che nei giorni scorsi, dopo il sopralluogo avvenuto a Garda il 16 maggio, cui erano seguiti un immediato confronto in municipio e poi approfondimenti tecnici negli uffici di Verona, lo ha comunicato al Comune di Garda, guidato dal sindaco Davide Bendinelli. Sindaco che, fa sapere, sta verificando come procedere. Bendinelli ai primi di maggio aveva invitato la Regione a intervenire «perché», aveva sottolineato, «la banchina che sostiene il lungolago Regina Adelaide, tra il Porto Garda Vecchio e il Porto Garda Nuovo, è fortemente degradata e a rischio crollo. I continui abbassamenti di livello delle acque del lago e il moto ondoso ne hanno eroso il basamento», aveva precisato provvedendo a transennarla. Il 3 maggio, aveva inviato una segnalazione all'Ufficio del Genio civile, chiedendo venisse eseguito un sopralluogo da parte del loro personale tecnico e «successivamente una presa in considerazione dell'esecuzione dei lavori urgenti atti a scongiurare eventuali cedimenti delle banchine portuali». Come aveva detto, e ribadisce, «ogni anno il Comune introita i soldi delle concessioni demaniali, il 50% circa dei quali siamo tenuti a versarli alla Regione la quale, finora, non ha mai investito per riqualificare i porti». Prosegue l'ingegner Vinciguerra che il 16 maggio aveva fatto il sopralluogo con altri collaboratori: «Abbiamo fatto una ricognizione degli elementi oggetto della segnalazione: dissesti legati alla banchina portuale, brecce», le definisce, «di circa mezzo metro quadrato, apertesi nel muro realizzato con mattoni pieni intercalati da una struttura in calcestruzzo, opera risalente agli anni Trenta. All'interno, alla base delle aperture», prosegue, «il materiale di riempimento è stato eroso dal moto ondoso e, sotto la viabilità, insistono sottoservizi e infrastrutture a rete, e si intravedono radici delle alberature del lungolago. Nell'immediato ci siamo confrontati con il Comune e in seguito, nei nostri uffici, abbiamo effettuato approfondimenti tecnici e amministrativi». Il risultato, come spiega, è che «si è riscontrato che le aperture nella banchina rientrano all'interno della zone portuali del lago di Garda la cui gestione è stata demandata dalla Regione alle amministrazioni comunali in virtù di un provvedimento regionale risalente al 2006. Considerato che la zona portuale comprende, oltre ai moli, il metro verso la strada della banchina, interventi sulla stessa non rientrano nell'ambito di competenza del Genio civile». «Gli esiti del sopralluogo e degli approfondimenti sono stati comunicati all'amministrazione comunale», conclude Vinciguerra. «I lavori gestiti dal Genio civile possono essere solo ed esclusivamente quelli di competenza». replica Bendinelli: «Prendo atto della nota inviata al Comune dal Genio civile. Ci riserviamo di verificare quanto contenuto per procedere secondo le rispettive competenze. Intanto procediamo con i monitoraggi della zona che, nella parte dove ci sono le scale che scendono nel lago, rimane transennata per ragioni di sicurezza». •.

Barbara Bertasi

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